È possibile andare in pensione a 57 anni?

Andare in pensione a 57 anni può sembrare una chimera, dal momento che l’età in cui si può finalmente smettere di lavorare si allontana sempre di più. Sono molte le leggi pensionistiche che si sono avvicendate negli ultimi anni: sono cambiati i requisiti e le modalità di fruizione e tutto è stato studiato per poter gravare il meno possibile sul bilancio dello Stato, sempre più oberato dalla spesa pensionistica per il fatto che la vita si è allungata molto, la denatalità è diventata cronica e il lavoro si è sempre più precarizzato, con stipendi che sono fra i più bassi d’Europa.
Per agevolare alcune categorie lavorative però, sono stati approntati dei provvedimenti ad hoc, affinché sia possibile avvicinare un po’ l’età della pensione. Se anche voi state pensando di goderne, vediamo quali sono i requisiti pensione anticipata e quali formule si possono adottare.
Come funzionano la pensione di vecchiaia e le tipologie di pensione anticipata
La pensione di vecchiaia, riconosciuta a tutti e per qualunque categoria, prevede che l’età per percepirla sia fissata a 67 anni, dal 2019, anche per il biennio 2021-2022, in base a un rilevamento ISTAT che non ha registrato aumenti significativi delle prospettive di vita.
Oltre ai requisiti anagrafici sono necessari 20 anni di contributi, sia da redditi da lavoro sia da altri versamenti, ovvero:
- riscatto di laurea;
- contributi percepiti dall’assegno di disoccupazione NASPI;
- maternità;
- accrediti legati al servizio militare.
È possibile sommare contributi provenienti da differenti gestioni dell’INPS, da Professionali e anche da somme versate in Paesi esteri, se questi risultano convenzionati da trattati internazionali.
Se volete aggirare tutto questo e desiderate andare in pensione a 57 anni, di seguito vediamo le principali formule di prepensionamento.
Pensione anticipata ordinaria
Si può accedere a qualsiasi età, ma ci sono differenze fra i sessi. La pensione anticipata uomini, prevede 42 anni e 10 mesi di contributi versati (2227 settimane), mentre la pensione anticipata donne, richiede 41 anni e 10 mesi (2175 settimane).
Isopensione
Si tratta di una formula che riguarda le aziende con più di 15 dipendenti che desiderano rinnovare la forza lavoro, consentendo ai lavoratori più anziani di essere accompagnati alla pensione. Solitamente ci sono degli accordi con i sindacati per mettere in pratica quest’operazione e si tratta di un costo notevole per l’azienda, in quanto dovrà versare essa stessa i contributi al lavoratore esodato fino al raggiungimento dell’età della pensione.
Il limite fissato per legge per accedere a questa misura è di 7 anni, ovvero la data di maturazione effettiva della pensione di vecchiaia non potrà superare questa soglia.
Ape Sociale
Questa possibilità è stata studiata per andare incontro alle categorie più fragili e consentir loro di andare in pensione a 60 anni. Per “categorie deboli” si intendono: i disoccupati, i caregiver che assistono un parente di primo o secondo grado disabile o con una grave patologia invalidante, persone che fanno lavori usuranti.
Se pensate di rientrare in una di queste situazioni, gli altri requisito sono: aver compiuto 63 anni e aver versato contributi che possono andare dai 30 ai 36 anni in base alla categoria.
L’INPS effettuerà i giusti calcoli e potrete ricevere un trattamento pensionistico che potrà corrispondere al massimo a tre volte l’importo dell’assegno dell’assegno sociale, fino al raggiungimento della naturale pensione di vecchiaia.
Pensione anticipata per lavoratori precoci
Si tratta di una formula pensata per chi ha iniziato a lavorare molto giovane, infatti un requisito fondamentale consiste nell’aver versato un anno di contributi prima di aver compiuto 19 anni.
Si può accedere a qualsiasi età, ma sono necessari almeno 41 anni di contributi.
Inoltre, al momento della richiesta, deve sussistere almeno una fra queste condizioni:
- essere disoccupati a seguito di licenziamento, dimissioni volontarie per giusta causa o risoluzione del contratto di lavoro consensuale;
- essere invalidi in percentuale uguale o superiore al 74%;
- essere caregiver del coniuge o di un parente di primo o secondo grado (conviventi), affetti da patologie invalidanti o handicap oppure il coniuge o i genitori hanno compiuto 70 anni, oppure siano invalidi o deceduti;
- aver svolto attività usuranti negli ultimi 10 anni dell’attovità lavorativa e almeno per 7 anni consecutivi.
Da queste formule, si evince che l’età non è un requisito sempre fondamentale e che quindi non solo è possibile andare in pensione a 57 anni, ma anche prima, se i contributi versati e la situazione in cui ci si trova al momento della richiesta corrispondono ai parametri previsti.
Pensione 57 anni donne: le soluzioni per lavoratrici e casalinghe
Il tema del lavoro e della pensione delle donne, è al centro delle discussioni sui trattamenti previdenziali, perché gli analisti sono consapevoli di una disparità significativa fra i sessi, detta in gergo tecnico gender gap, determinata da una serie di fattori: retribuzioni più basse che inevitabilmente genereranno pensioni meno corpose; carriere lavorative spesso discontinue, perché intervallate da periodi in le donne devono prendersi cura di qualcuno (figli o familiari con problemi di salute) e infine il fatto che molte donne scelgono di dedicarsi alla cura della famiglia e della casa e sono di fatto casalinghe. Vediamo quindi quali sono le soluzioni dedicate a lavoratrici e casalinghe per la pensione anticipata donne.
Opzione donna
Dedicata alle lavoratrici dipendenti e autonome, è stata introdotta nel 2004 e inizialmente era prevista la flessibilità in uscita con pensione a 57 anni per le donne che avessero maturato 35 anni di contributi. Nel corso del tempo è sempre stata riconfermata, anche per il 2022, ma ha subito diverse modifiche e oggi la ritroviamo un po’ diversa.
Innanzitutto la soglia dell’età non è più di 57 anni, ma di 58 per le lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome. Gli anni di contribuzione restano 35 in entrambi i casi e, per far richiesta quest’anno, è necessario che i requisiti siano stati maturati entro il 31/12/2021.
La pensione con Opzione donna non tiene conto del ricalcolo adeguato alla speranza di vita, per cui al momento l’età pensionabile è bloccata. Le lavoratrici dipendenti dovranno aver cessato l’attività lavorativa, mentre alle autonome questo requisito non è richiesto.
Come funzione Opzione donna: il calcolo della pensione e la finestra mobile
È sicuramente una bella notizia la possibilità di andare in pensione a 60 anni e vivere in pensione all’estero, ma purtroppo c’è una penalizzazione dell’importo dell’assegno che si andrà a percepire, in quanto il calcolo viene effettuato esclusivamente col sistema contributivo e non con il misto, come avviene invece con la pensione di vecchiaia donne. Con questo metodo, la decurtazione di quello che sarebbe l’importo previsto con un percorso classico può arrivare anche al 30% e l’unico caso in cui non c’è una perdita significativa è se lo stipendio è stato consistente fin dall’inizio della carriera lavorativa.
Un’altra criticità consiste nel fatto che è stata inserita la finestra mobile: dalla data di maturazione dei requisiti, se volete andare in pensione anticipata, dovrete attendere un anno, se siete lavoratrici dipendenti e 18 mesi, se autonome.
Se siete disposte ad accettare queste modalità, potrete quindi andare in pensione a 58/59 anni: è consigliato comunque effettuare una simulazione su qualche portale che lo consente o informarsi al CAF, per verificare se effettivamente conviene o meno. La richiesta comunque può essere inoltrata in autonomia sul sito dell’INPS, dove si trovano anche tutte le informazioni nel dettaglio.
Pensione casalinghe a 57 anni: come funziona
Il Fondo Pensione Casalinghe è stato istituito nel 1997, per consentire alle persone che si dedicano a un lavoro casalingo non retribuito di poter avere una pensione, anche senza aver versato contributi da lavoro. Con questa formula è possibile andare in pensione a 57 anni, dopo aver versato soltanto 5 anni di contributi.
Per iscriversi al fondo, è necessario avere un’età compresa fra i 16 e i 65 anni e non avere alcun lavoro, dipendente o autonomo, per cui sia prevista la contribuzione obbligatoria. Quest’ultimo requisito è in realtà un po’ più elastico, in quanto se si svolge un lavoro occasionale o part-time, tale per cui non si hanno abbastanza contributi per maturare un assegno pensionistico, non ci saranno problemi. Il fondo ha una declinazione al femminile, ma non c’è nessuna distinzione di genere, perché possono iscriversi anche gli uomini casalinghi.
Nel momento in cui si effettua la richiesta, si potrà cominciare a versare i contributi a offerta libera, ma l’importo minimo per maturare un mese di contribuzione è di 25,82 €, ovvero 310 € l’anno. Si potrà richiedere la pensione di vecchiaia o per inabilità al lavoro già dal 57° anno di età, se la somma dei contributi versati corrisponde all’1,2% dell’importo dell’assegno sociale (che varia di anno in anno), altrimenti bisognerà aspettare di aver compiuto 65 anni. Questa tipologia di pensione non è cumulabile con quella da lavoro, per cui dovrete valutarne la convenienza, nel caso in cui si avessero altri contributi già versati che potrebbero far maturare un assegno più cospicuo.
Conclusioni
Andare in pensione a 57 anni si può. Come abbiamo visto, ci sono comunque dei requisiti da rispettare e ognuno di voi dovrà fare bene i calcoli, in alcuni casi, prima di decidere.
Certamente la libertà e il tempo libero non hanno prezzo e andare in pensione troppo tardi potrebbe togliervi 10 anni in cui avreste il tempo da dedicare alla famiglia, ai viaggi, a voi stessi, in un’età che consente di godersi queste cose al meglio.
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