Dimenticare le cose a 60 anni
Dimenticare le cose a 60 anni è un evento comune e le cause possono essere molteplici. Con l’avanzare dell’età, infatti, la memoria tende a diminuire: si tratta di un processo fisiologico tipico dell’invecchiamento, in quanto il numero di neuroni nel nostro cervello si riduce e, di conseguenza, anche l’ippocampo, la sede cerebrale della memoria. Spesso, quindi, fenomeni come dimenticare i nomi delle persone o difficoltà nel ricordare alcune parole sono comuni: tuttavia, ci sono alcuni campanelli d’allarme che potrebbero indicare la presenza di qualcosa di serio, come ad esempio la presenza di una malattia. Scopriamo, quindi, quando preoccuparsi se si dimenticano le cose, le principali cause, quali sono i primi segni di demenza senile e come aiutare la memoria dopo i 60 anni.
Quando preoccuparsi se si dimenticano le cose?
In generale, la memoria si riduce del 2% circa in modo naturale ogni 10 anni: ciò è dovuto alla riduzione del volume del nostro cervello, ma la perdita può aumentare a causa della presenza di alcune condizioni di salute, come ad esempio l’alta pressione sanguigna, l’ipertensione o il colesterolo alto. Infatti, tra i principali fattori di rischio dello sviluppo di una demenza troviamo l’età avanzata e una storia clinica caratterizzata da ipercolesterolemia, aterosclerosi, ipertensione arteriosa, carenze di vitamine, diabete, fumo e abuso di alcolici. Inoltre, alcune persone hanno riferito di essere state più smemorate in periodi particolari della vita, come ad esempio la gravidanza o la menopausa: ciò è dovuto, in questo caso, al calo degli estrogeni, ovvero un fenomeno temporaneo. In alcuni casi, invece, possono esserci dei veri e propri campanelli d’allarme che indicano l’inizio di una possibile demenza o di una malattia degenerativa.
Quali sono i primi segni di demenza senile?
La demenza senile consiste in una malattia neurodegenerativa dell’encefalo che si manifesta nelle persone anziane determinando una riduzione graduale delle funzioni cognitive. Generalmente, i principali campanelli d’allarme o sintomi della demenza sono:
- difficoltà a concentrarsi
- perdita di memoria
- difficoltà a ricordare la giusta parola o a fare conversazione
- difficoltà nello svolgimento di attività quotidiane
- cambiamenti nel tono dell’umore
- confusione rispetto al luogo al tempo
Inizialmente, se si ha un piccolo sospetto dell’insorgenza di decadimento cognitivo, è possibile fare dei piccoli test in casa, come ad esempio: fare una sintesi di qualcosa che si è letto o sentito un’oretta prima, dire i mesi o i giorni della settimana all’indietro velocemente, tentare di ricordare i principali accadimenti della settimana. Qualora si presentino uno o più campanelli d’allarme, è molto importante rivolgersi al proprio medico curante e, se ritenuto necessario dal dottore, allo specialista neurologo. Infatti, una diagnosi accurata e precisa è fondamentale per comprendere quali problemi siano presenti con i giusti test diagnostici, così da programmare il più idoneo trattamento. Esistono, infatti, diverse malattie neurodegenerative generalmente chiamate tutte (erroneamente) demenza senile.
Tipi di malattie neurodegenerative dell’encefalo
- Morbo di Alzheimer o malattia di Alzheimer: ha un’origine probabilmente genetica e rappresenta una delle demenze più diffuse; colpisce generalmente le persone anziane, anche se a volte interessa anche i giovani (Alzheimer a esordio precoce o giovanile);
- Demenza vascolare: consiste in un deficit cognitivo provocato da un’alterazione della circolazione sanguigna all’interno del cervello, che causa la morte cellulare; la causa più comune è una malattia dei piccoli vasi sanguigni, mentre altre cause sono l’ictus, l’aterosclerosi o la demenza mista;
- Demenza dei corpi di Lewy: è la terza demenza più diffusa (dopo le precedenti due descritte) ed è dovuta alla formazione di aggregati, ossia i corpi di Lewy, nell’encefalo, causando un declino cognitivo molto grave.
È possibile approfondire l’argomento informandosi sulla differenza tra Alzheimer e demenza senile, per lungo tempo considerate condizioni sovrapposte.
Farmaci che causano la perdita memoria
Tra i farmaci che causano perdita di memoria troviamo i farmaci lenitivi: diversi studi, infatti, hanno messo in evidenza che i sonniferi possono provocare difficoltà di memoria, oltre ad altri problemi come addormentarsi alla guida o allucinazioni. Altri farmaci molto dannosi per il cervello sono le statine, utilizzate per abbassare i livelli di colesterolo: essi possono compromettere funzioni cognitive essenziali come la memoria, l’apprendimento e il pensiero rapido. Inoltre, una classe di farmaci che possono causare perdita di memoria sono tutti quelle che iniziano con -anti, in quanto influenzano i livelli di aceticoltina: tra essi, troviamo gli antistaminici, antibiotici, antidepressivi e gli antipsicotici. In molti casi l’uso di terapie farmacologiche è essenziale per curare problemi medici: per tale ragione, è importante sempre rivolgersi a medici specialisti che potranno essere un valido supporto e prevenire l’insorgenza di conseguenze indesiderate.
Come aiutare la memoria dopo i 60 anni?
Come abbiamo visto, alcuni fattori di rischio legati all’insorgenza di una malattia degenerativa sono fuori dal nostro controllo, ma è possibile agire in numerosi modi per diminuire il rischio, a partire da buone abitudini e uno stile di vita sano.
Prevenire la perdita di memoria
In primo luogo, la salute del cervello è legata all’attività fisica: gli studi dimostrano, infatti, che una ridotta attività fisica si associa a maggiore rischio di demenza senile. Allo stesso modo, è importante non avere uno stile di vita sedentario: stare seduti troppe ore al giorno è un fattore di rischio per numerose condizioni fisiche, compresa la perdita di memoria. Un altro fattore tossico per la salute delle nostre funzioni cognitive è lo stress, che può arrivare a distruggere numerose cellule cerebrali, comprese quelle dell’ippocampo. Per combattere l’ansia e lo stress è possibile praticare numerose attività come lo yoga, la meditazione, oppure in molti casi è importante rivolgersi a uno psicologo professionista. Per prevenire la perdita di memoria un ruolo centrale è svolto anche dall’alimentazione: la dieta mediterranea, in particolare, sembra essere ottima per la salute del cuore e del cervello, in quanto ricca di verdura, grassi sani (come, ad esempio, l’olio d’oliva), legumi, pesce e cereali integrali. È possibile approfondire leggendo un articolo sugli alimenti che fanno bene al cervello e alla memoria. Infine, è fondamentale dormire a sufficienza: durante il sonno, infatti, il cervello rafforza le connessioni tra le cellule e invia informazioni ad altre aree, come l’ippocampo o la corteccia.
Come rallentare gli effetti della demenza senile
Non è ancora disponibile un trattamento per la demenza senile, ma è possibile attenuare i sintomi mediante diverse soluzioni. La terapia include l’uso di farmaci specifici che devono essere somministrati solo seguendo le indicazioni del medico, come gli inibitori dell’acetilcolinesterasi oppure la memantina. Anche la fisioterapia è molto utile, al fine di alleviare i disturbi del movimento e di equilibrio dei pazienti. Inoltre, sono risultate molto utili anche le terapie di tipo psicosociale e la riabilitazione cognitiva, tra cui:
- la terapia occupazionale, utile a rendere la persona il più indipendente possibile
- la terapia comportamentale, al fine di ridurre i problemi comportamentali, come ad esempio l’impulsività o l’aggressività
- la stimolazione cognitiva, che consente di eseguire compiti specifici per migliorare diverse funzioni cognitive, come la memoria, la risoluzione di problemi o il linguaggio
Infine, anche in presenza di una conclamata insorgenza di demenza, lo stile di vita è fondamentale: l’attività fisica, la dieta, il giusto riposo, la riduzione dello stress, lo svolgimento di attività stimolanti per il cervello (come, ad esempio, leggere, fare cruciverba, sudoku, ecc.), il supporto sociale e il passare del tempo con le persone care sono tutti aspetti importanti che possono aiutare a ricordare e ad attenuare i sintomi della demenza.
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