Gestione del rischio
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Quanto vale la serenità?
Finché il nostro ciclo di vita non cambierà modello e il lavoro si ridimensionerà a pura componente di un insieme che è la vita, questa resterà centrata sul lavoro. Il lavoro ci rappresenta, ci conferisce o toglie dignità, dice agli altri quanto siamo capaci e riconosciuti, ci permette di esprimerci nei casi migliori, ci consente di sbarcare il lunario in quelli peggiori. Ma è centrale alle nostre vite. Perché assorbe un terzo del tempo di una giornata, metà di quello speso in stato di veglia, e perché in cambio dell’opera che prestiamo ci viene pagata una retribuzione che consente di svolgere tutte le altre attività familiari e sociali che rappresentano la nostra storia. Potremmo dire che la nostra storia è fondata sul lavoro.
In questa visione è nato lo stato sociale universale che offre sostegno a tutti quelli che in seguito a malattia o infortunio, cause impreviste e involontarie, o vecchiaia, non possono più lavorare quindi produrre reddito. In questa ottica sono nate anche le forme di assicurazioni private che coprono le spese derivanti da malattia o infortunio e indennizzano l’assicurato, oltre che per le spese sostenute, per il tempo che non ha potuto o non potrà lavorare. E ciò vale in particolar modo per tutte quelle persone che hanno meno diritti allo stato sociale degli altri, per esempio i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, che non possono godere di malattia retribuita e per i quali non lavorare equivale a non guadagnare.
“I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria” -Art. 38 della Costituzione italiana, comma 2.
Come funzionano le polizze malattie e infortuni?
Le polizze malattie e infortuni offrono, a seconda della copertura:
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rimborso spese mediche
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accelerazione delle pratiche attraverso l’accesso a strutture sanitarie private
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indennizzo per il tempo trascorso in ospedale
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indennizzo per il tempo in cui non si è potuto svolgere attività lavorativa
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indennizzo di invalidità permanente o morte.
Come per molte altre cose, l’opportunità di stipulare una polizza malattia o una polizza infortuni, o ancora una polizza multi-copertura, dipende da molte cose. Dall’età, dal tipo di lavoro (più o meno rischioso), dal tipo di contratto (lavoro dipendente o lavoro autonomo), dalla situazione familiare (si è l’unico percettore di reddito?), dalla presenza e quantità di figli a carico, persino da carattere e personalità. Quanto pesa la tranquillità nell’economia del tuo benessere? Sei un tipo previdente che è tanto più sereno quanto più i rischi sono ragionevolmente sotto controllo o sei invece un tipo fatalista?
Gli assicuratori lo sanno e, di fronte a un uomo nel pieno della sua forza lavoro con una famiglia da mantenere, sicuramente suggerirebbero una polizza vita e/o una polizza infortuni/malattia che provveda alla famiglia in caso di infortunio che impossibilita al lavoro il soggetto unico percettore di reddito. Oppure che preveda la corresponsione di un capitale ad eredi o beneficiari designati nel caso l’infortunio o la malattia sia fatale. Una persona meno giovane potrebbe avere meno a cuore la copertura dal rischio di non poter lavorare, ma dare più peso all’eventualità di incorrere in una malattia invalidante che possa drenare risorse dai propri risparmi per pagare spese mediche e di assistenza, distraendoli dal ruolo di integrazione del reddito pensionistico a tutela del tenore di vita.
Il tempo ha una sua funzione nelle polizze malattie e infortuni
Le polizze infortuni prevedono diverse indennità a fronte di diverse inabilità: temporanee o permanenti. Per le prime le polizze prevedono in genere un rimborso delle spese mediche (oltre ad accesso a strutture private, consulenze online e telefoniche) e una diaria per ogni giorno di lavoro perso. Nel caso invece di danni permanenti, è previsto un indennizzo calcolato sul capitale assicurato per il grado di inabilità.
Secondo le stime che viaggiano in rete, il prezzo medio di partenza di un’assicurazione infortuni oscilla tra 120 e 180 euro all’anno.
Le polizze malattie prevedono invece una diaria per ogni giorno di ricovero ospedaliero e, se previsto, per la convalescenza post-ricovero, oltre a:
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indennizzo nel caso in cui la malattia provochi invalidità permanente totale o parziale;
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rimborso delle spese mediche;
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rendita vitalizia o capitale in caso di non autosufficienza.
Nel caso specifico, le compagnie assicurative richiedono in genere la compilazione di un questionario che attesti le condizioni di salute dell’assicurando prima della stipula del contratto.
Età, professione, grado e livello di copertura influenzano il costo che potrebbe oscillare tra 6-700 euro e oltre 2.000 euro all’anno. Ma ci sono polizze a costo fisso che prescindono da età e professione.
Naturalmente è possibile combinare le coperture malattia e infortunio, con qualche risparmio sulle tariffe cumulative.
Detraibilità fiscale
Le polizze assicurative e in particolare le polizze infortuni consentono una detrazione fiscale del 19% per le polizze assicurative che prevedono il rischio di morte o di invalidità permanente non inferiore al 5% o di non autosufficienza. La detrazione fiscale è permessa anche in caso di polizze che coprono il rischio di invalidità permanente derivante da qualsiasi causa (anche non lavorative), infortunio o malattia, purché l’invalidità non sia inferiore al 5%.
Lo sgravio fiscale viene attivato anche se ne beneficia un familiare a carico del contribuente.
L’importo complessivo detraibile è di 530 euro per le polizze che prevedono rischio morte o invalidità permanente, 1.291,14 euro per quelle che coprono in rischio di non autosufficienza, purché il premio venga pagato tramite un sistema di pagamento tracciabile.
Nel caso di polizze assicurative malattia, i premi sono detraibili se la polizza prevede una durata minima di 10 anni, con rinnovo obbligatorio da parte dell’assicurazione ad ogni scadenza.
Quanto vale la serenità
Non esiste una risposta univoca. Dipende da quale posto la serenità ha tra le priorità personali, da cosa la costituisce, da quante persone dipendono dalla essa e da quali altri strumenti di prevenzione e tutela abbiamo attivato.
Dopo lo shock pandemico risulta però sempre più chiaro come, più complessa e precaria si fa la vita, più è importante nel nostro piccolo agire con pensiero previdente.
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