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Fino a non molti anni fa i Consulenti Finanziari che si occupavano di una clientela senior, diciamo over 60, avevano una guida certa: poche azioni, sempre meno, tante obbligazioni. Il rischio tipico degli investimenti azionari in pratica lasciava il posto al risparmio gestito in asset più sicuri a basso rendimento. Logico, perché il ristretto orizzonte temporale non giustificava l’azionario, settore ad alto rischio di volatilità che premia solo chi ha del tempo davanti – o improvvisa fortuna.
Oggi la situazione è diversa perché la longevità ha negato la prima condizione: quella del tempo ristretto. Oggi che si vive mediamente fino a 83 anni (media tra gli 81 degli uomini e gli 85 circa delle donne) – e mediamente vuol dire che in molti superiamo gli 85 sfiorando i 90 – non è più vero che un investimento scelto a 60/65 anni non abbia orizzonte per giustificare una dose maggiore di rischio.
Ma il rischio necessita di diversificazione per ridurne gli effetti
Se scelgo di investire in titoli azionari, cercherò di non restare vincolato a un solo settore ma di coprire un ventaglio di industries, paesi, asset che mi permettano di barcamenarmi tra andamenti diversi e, a meno che non sia un mago della finanza, cercherò anche di scegliere un gestore che possa manovrare per me il timone con piccoli aggiustamenti via via che il tempo passa per assicurarmi appunto una “gestione” oculata.
Ma cercherò anche, sempre in omaggio al principio della diversificazione, di mettere una parte del mio risparmio a rischio e una parte al sicuro in forma di risparmio gestito, il che significa un risparmio non inerte ma garantito: bassi rendimenti evitando però di lasciarlo inerte sul conto corrente, esposto in pieno alle ondate di inflazione.
Ciò che il continuo aumento dell’aspettativa di vita sta modificando è proprio la percentuale, cioè la quota, destinata al rischio, quindi alla ricerca di rendimento a lungo termine, e quella destinata alla gestione prudenziale del risparmio. JP Morgan nella sua guida alla gestione dei portafogli a 100 anni di clientela pensionata parte dal presupposto di una suddivisione ottimale 60/40, 60 investimenti a basso rischio (obbligazioni, titoli di stato, ecc.) e 40 azionari.
Per coprire queste molte necessità sono nati prodotti assicurativi che associano rischio e risparmio in modo attivo attraverso le cosiddette polizze con partecipazione agli utili. Sono prodotti che abbinano tre elementi di fondo:
una polizza vita che garantisce una rendita o un riscatto a scadenza, alla morte dell’assicurato e al verificarsi di particolari condizioni contrattualmente determinate. Tale prestazione, cioè il capitale o la rendita finali, è per legge impignorabile e insequestrabile;
una quota dei premi versati destinata al risparmio gestito, quindi investita in fondi comuni a basso rischio e, naturalmente, basso rendimento (obbligazioni, titoli di stato), il cui scopo è proteggere il capitale del cliente, particolarmente in tempi di alta inflazione, rispetto all’alternativa di lasciarlo inerte. Ciò però vale nei casi in cui il prodotto assicurativo in questione garantisce, per la quota di risparmio gestito, il capitale versato (è bene accertarsene nel momento della stipula del contratto). Questo costituisce una grande sicurezza e apporta alla strategia di questi prodotti combinati, il ruolo di protezione del risparmio. A seconda della tipologia di contratto gli interessi maturati potranno essere fissi ogni anno o modificarsi in accordo all’andamento economico del fondo d’investimento;
quota di investimento collettivo dei premi pagati dagli assicurati in fondi di investimento azionario a gestione separata (polizza unit linked), esterni alla compagnia e/o interni, in portafogli con diverso profilo di rischio e, in certi casi, diversi profili tematici, ma comunque soggetti alla volatilità. Questa quota del prodotto svolge il ruolo di ricerca di rendimento nel lungo termine.
A seconda del profilo di rischio del cliente e dei suoi obiettivi – ma anche della sua personalità finanziaria (trovato a questo link un mio articolo in cui si parla proprio di questo) – si cercherà proporzione più adatta tra investimenti a rischio e risparmio gestito.
Come salvaguardare la possibilità di scegliere dove mettere il proprio denaro quando si tratta di fondi comuni?
In molti casi queste soluzioni combinate offrono la possibilità di scegliere fondi tematici per gli investimenti sottostanti, ovvero di contribuire con il proprio capitale allo sviluppo non solo di segmenti di mercato in cui crediamo (es. biomedicina) ma anche di tematiche sociali come gli ESG che condividiamo e, pur nel nostro piccolo, intendiamo promuovere.
Cosa significa? Significa che nel caso degli ESG, per esempio, gli investimenti che la compagnia assicurativa gestisce per noi, sia in termini di titoli azionari sia in termine di titoli di Stato, vengono fatti confluire in mercati e azioni che perseguano un impatto ambientale e/o sociale positivo e misurabile in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, assieme ad un ritorno finanziario.
Flessibilità
La diversificazione tra rischio azionario e risparmio gestito e tra asset diversi è fondamentale per tutelarsi almeno in parte dalla volatilità dei mercati – meglio il piede in più scarpe che in una sola – ma non è tutto. Di fondamentale importanza è la flessibilità, specie in un’età che se ancora attiva e ingaggiata rispetto alla vecchiaia del passato, è però meno tollerante, più rigida, rispetto agli imprevisti.
Anche a questo hanno pensato in molti casi i prodotti assicurativi di cui parliamo, offrendo la possibilità, dopo un periodo minimo di contratto, di riscattare senza penali – in toto o in parte – il capitale versato in caso di gravi necessità di salute o altre condizioni impreviste e importanti stabilite contrattualmente.
Trattamento fiscale
La legge prevede che le polizze vita caso morte si applichi la totale esenzione dall’Irpef di quanto corrisposto ai beneficiari. Nel caso delle cosiddette polizze vita “miste”, come quelle di cui stiamo parlando, è infatti esente dall’Irpef il capitale erogato ai beneficiari a copertura del “rischio demografico”, mentre i rendimenti della parte restante (quella puramente finanziaria, investimenti e risparmio gestito) saranno assoggettati ad imposta del 26% in quanto rendita finanziaria. Inoltre, la parte di Ramo I (risparmio gestito) non è soggetta a imposta di bollo mentre la parte di Ramo III (gestione separata) sì in ragione dello 0,20%.
Sintesi dei vantaggi dei prodotti assicurativi con partecipazione agli utili:
polizza vita a tutela di se stessi e della famiglia (a scadenza) o degli eredi (in caso morte) (con esenzione fiscale in questo caso del capitale destinato ai beneficiari indicati dal contraente dopo la sua morte oltre che impignorabilità/insequestrabilità dei premi versati);
quota di investimento in fondi comuni a gestione separata di tipo azionario (rischio volatilità ma possibilità di rendimenti nel lungo termine);
quota di risparmio gestito in fondi comuni investiti in titoli di stato e/o asset a basso rischio e basso rendimento (a volte con garanzia del capitale e questo è elemento di grande importanza);
flessibilità grazie alla possibilità di riscatto, dopo un certo periodo di contratto, totale o parziale e garanzia del capitale (solo per la parte di risparmio gestito) da verificarsi attentamente nel momento della sottoscrizione del contratto.
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