Premenopausa e menopausa precoce

Spesso sono le donne stesse ad avere in testa una certa confusione sulla menopausa, un momento fisiologico della vita femminile che coincide con il termine della fertilità. Tale confusione ha probabilmente a che fare con il fatto che questo naturale fenomeno non segue necessariamente regole precise e varia da donna a donna.
Di certo c’è che si può dire che una donna è in menopausa quando è passato almeno un anno dall’ultima mestruazione e questo accade, di solito, in un tempo variabile da donna a donna che oscilla tra i 45 e i 55 anni di età.
Ciò che avviene nel periodo che precede la cessazione definitiva e irreversibile del ciclo mestruale e in quello che segue la menopausa è appunto estremamente variabile anche se, seppur con modalità e tempi differenti, ci sono dei tratti comuni.
La premenopausa: facciamo chiarezza
Qui ci soffermeremo soprattutto sul periodo della premenopausa (più precisamente detto perimenopausa), cioè quella fase di lunghezza variabile che può manifestarsi anche prima del periodo medio sopra indicato e che precede la cessazione dell’attività delle ovaie e la riduzione degli ormoni estrogeni (quelli prodotti dalle ovaie) e progestinici (secreti da corpo luteo che si forma in seguito all’ovulazione).
La premenopausa, in alcuni casi, può durare anche otto anni e si manifesta con una varietà di sintomi più o meno accentuati che permettono di identificarla come tale. La maggior parte delle donne, in realtà, non se ne accorge, altre, invece, intorno ai 40-45 anni percepiscono che qualcosa sta cambiando.
Da un punto di vista medico-scientifico la premenopausa si manifesta con un’insufficienza ovarica ed è una condizione che riguarda all’incirca una donna su mille intorno ai 35 anni e una su cento intorno ai quarant’anni. Le donne in questa condizione faticano a rimanere incinta perché la premenopausa rappresenta circa il 10% dei casi d’infertilità per cause ovulatorie.
I fattori predisponenti la premenopausa
Se andiamo a indagare le cause della premenopausa occorre innanzitutto distinguere tra premenopausa precoce primaria e premenopausa precoce secondaria. La prima ha cause non individuabili o probabilmente dipende da una predisposizione genetica, mentre la seconda è dovuta a fattori esterni quali interventi chirurgici, malattie o cure ad alto impatto (per esempio la chemioterapia).
Una ricerca del National Institute of Child Health and Human Development evidenzia come il 20% delle donne in premenopausa soffra anche di una patologia autoimmune, per esempio il lupus.
A determinare alterazioni ovariche pare giochino un ruolo determinante anche anomalie cromosomiche come la sindrome di Turner e la sindrome X Fragile.
Chiamati in causa anche stili di vita malsani che comprendono eccessivo consumo di bevande alcoliche, dieta sbilanciata e abitudine al fumo.
La sintomatologia della premenopausa
Il sintomo più evidente della premenopausa è l’irregolarità del ciclo mestruale che può verificarsi in due modi differenti: o allungando il tempo tra un ciclo mestruale e l’altro (oligomenorrea) saltandone addirittura uno, o riducendone la durata a 20-25 giorni (polimenorrea).
Tra gli altri sintomi possiamo citare:
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disturbi del sonno;
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vampate di calore;
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tachicardia;
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pelle secca;
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perdita di capelli;
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osteoporosi;
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dolori al seno;
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gonfiore addominale;
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secchezza vaginale;
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alterazioni del desiderio sessuale;
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aumento di peso;
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sbalzi d’umore;
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stanchezza;
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dolori muscolari;
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calo d’energia.
La menopausa precoce: cause e diagnosi
La menopausa precoce è invece la scomparsa permanente del ciclo mestruale prima dei 40 anni d’età.
Questa si manifesta nell’1% dei casi e può essere anche definita come insufficienza ovarica precoce (POF, Premature Ovarian Failure).
Le cause possono essere:
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metaboliche;
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virali;
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dismetaboliche (alterazioni del metabolismo);
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endocrinologiche;
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malattie autoimmuni;
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interventi chirurgici ginecologici inevitabili (asportazione utero e ovaie);
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terapie antitumorali.
Per diagnosticarla si effettua innanzitutto un colloquio con la paziente, si svolgono esami strumentali di laboratorio, tra cui il dosaggio ormonale e, in alcuni casi, può essere opportuno ricorrere anche a una biopsia del tessuto ovarico al fine di valutarne le caratteristiche istologiche.
Quale terapia per la menopausa precoce?
La menopausa precoce è associata a tutta la sintomatologia già citata per la premenopausa con in aggiunta, però, possibili disagi psicologici legati alla fertilità compromessa. Ecco perché in questi casi i medici raccomandano la fecondazione in vitro che offre fino al 50% di possibilità di ottenere una gravidanza.
La decisione, invece, di effettuare una terapia ormonale sostitutiva (TOS) è da valutare attentamente insieme al proprio ginecologo di fiducia. La letteratura scientifica ne dà indicazione appunto per le donne entrate in menopausa prima dei 45 anni e anche per quelle donne che soffrono di risvegli notturni frequenti e duraturi a causa di vampate di calore e sudorazioni.
Controindicazioni importanti alla TOS includono invece:
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precedente storia di tumore al seno, alle ovaie o all’utero;
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problemi di coagulazione del sangue;
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ipertensione;
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malattie epatiche.
Se vi siete riconosciute in alcuni di questi sintomi, potreste prenotare una visita ginecologica
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