Come deve essere la pressione a 65 anni
Sono molti ormai gli studi scientifici che dimostrano che la pressione sanguigna subisce una variazione in base all’età. Dai 60-65 anni di età bisogna iniziare a prestare particolare attenzione ai valori pressori considerando un range leggermente più ampio sia per i valori minimi sia per i valori massimi. Nello specifico, le linee guida definiscono che nella fascia d’età tra i 60 e i 65 anni d’età la massima dovrebbe essere intorno ai 134 mmHg e la minima di 87 mmHg.
Inoltre, gli esperti concordano nel dire che negli adulti di età inferiore a 80 anni, ad alto rischio di incorrere in eventi cardiovascolari, la pressione arteriosa dovrebbe essere ridotta a meno di 140/90 mmHg; nelle persone con più di 80 anni è tollerato un valore da 140 a 150 mmHg.
Si tratta, ovviamente, di indicazioni di massima, infatti è sempre bene consultare il proprio medico o uno specialista nel caso in cui la misurazione pressoria possa rivelare valori sballati.
La differenza di genere si assottiglia dopo una certa età
Abbiamo imparato che man mano che l’età avanza la pressione tende a essere più alta perché invecchiando le arterie perdono elasticità opponendo una maggiore resistenza al passaggio del sangue e causando, così, un innalzamento della pressione arteriosa.
Se fino alla menopausa nelle donne la pressione tende a essere più bassa grazie all’azione protettiva esercitata dagli estrogeni, dopo una certa età e terminata quindi la vita fertile femminile, le differenze di genere per quanto riguarda la pressione arteriosa tendono a ridursi.
Come prevenire l’ipertensione arteriosa
Certo è che superata la soglia dei 60 l’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio importante che continua ad aggravarsi con l’aumentare dell’età. Bisogna fare molta attenzione perché l’ipertensione è correlata al rischio di ictus, insufficienza cardiaca congestizia, malattia coronarica, malattia renale all’ultimo stadio e morte.
Negli anziani l’ipertensione sistolica isolata, superiore a 159 mmHg, associata con diastolica inferiore a 90 mmHg, è da considerarsi, probabilmente, la più comune forma di ipertensione .
Tra i principali responsabili dell’insorgenza dell’ipertensione arteriosa c’è sicuramente l’eccessivo introito di sodio; non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’Action plan for the prevention and control of non communicable diseases 2013-20, ha incluso, tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2025, la riduzione del consumo di sale del 30% per tutta la popolazione, agendo sia nella fase di preparazione dei cibi sia sui comportamenti alimentari. Sul banco degli imputati anche l’eccesso di peso corporeo, così come, invece, una sua riduzione dà luogo a una diminuzione della pressione sia sistolica sia diastolica.
Gli ultimi studi indicano valori più alti di pressione negli over
Gli studi più recenti hanno in realtà un po’ rivoluzionato l’approccio alla prevenzione cardiovascolare negli over 65 riconoscendo che i valori richiesti per le persone di mezza età possono essere troppo bassi. Una pressione medio-alta è infatti positivamente correlata al prolungamento del benessere e della vita stessa. Il motivo sarebbe legato al facilitare il passaggio dell’ossigeno nel cervello per mantenere elevate le capacità di movimento, l’umore e le capacità intellettive.
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