Invecchiare da soli
Con l’avanzare dell’età per la maggior parte delle persone sopraggiungono due paure: la paura di invecchiare e, ancora più forte, la paura d’invecchiare da soli.
La paura d’invecchiare, e di trovarsi da soli in questo processo, è un sentimento tipico di noi Occidentali abituati a vivere in una società consumista e materialista, che tende a dare più rilevanza a ciò che è esteriore rispetto alla dimensione intima che appartiene a ciascuno di noi e che meriterebbe, invece, di essere maggiormente “ascoltata”.
Se riuscissimo a spostare il punto di vista e a metterci in un’altra ottica le cose ci apparirebbero in un altro modo.
Nella filosofia buddista l’invecchiamento non è visto negativamente
Per esempio, nella filosofia buddista l’invecchiamento è considerato essere una vera e propria arte che si lega alla capacità di adattarsi in base al passare del tempo. E da ciò scaturisce l’arte zen di ottenere il massimo da ciò che si ha. Una filosofia che si sposa con la concezione del non sprecare e del cercare di dare nuova vita alle cose che si hanno. Praticamente il contrario di quanto facciamo noi in Occidente, dove nulla sembra essere mai abbastanza e dove tutto va consumato in fretta per poi rimpiazzarlo subito con qualcos’altro, che si tratti di oggetti o purtroppo, spesso, anche di relazioni.
Se facessimo invece nostra la filosofia buddista scopriremmo che la paura d’invecchiare si supera ricorrendo al concetto giapponese del mitate, ovvero quello secondo cui ogni cosa non ha un solo scopo o un solo uso, ma può averne d’infiniti. Questo modo di pensare può essere applicato anche a noi stessi e, in quest’ottica potremmo trovare davanti a noi, pur invecchiando, scopi sempre nuovi.
Possiamo rinnovarci avendo fiducia in noi stessi e aprendoci agli altri
Come riuscirci? Innanzitutto confidando in noi stessi e nelle capacità di cui disponiamo di adattare il nostro stile di vita alla situazione in cui ci troviamo. Chi ha detto, per esempio, che se non abbiamo più vicino a noi un compagno o una compagna di vita siamo destinati a invecchiare da soli?
Per esempio, se siamo ancora in forma fisicamente, possiamo programmare dei viaggi insieme a nuovi amici conosciuti proprio qui, ovvero unendoci alla Community dei Cocooners! Le opportunità di cose da fare insieme agli altri sono infinite, basta aprirsi e avere voglia di condividere una passione, un interesse.
Tutto deve partire dalla serenità derivante dal sapere di poter ancora fare qualcosa di meraviglioso e significativo per la nostra vita e per gli altri.
Uno studio: la solitudine ci fa ammalare
Al contrario, la paura d’invecchiare e di trovarci a farlo da soli, ci toglie energie perché ci logora, ci consuma e, a sua volta, è proprio una delle responsabili dell’accelerarsi del processo d’invecchiamento.
Questo perché sentirsi soli genera pensieri negativi e peggiora le nostre condizioni generali di salute. Sono infatti diversi gli studi che mettono in connessione la solitudine e le demenze senili. In una ricerca pubblicata su Aging-US i ricercatori hanno dimostrato che il danno molecolare causato dalla solitudine contribuisce allo sviluppo di malattie gravi legate all’invecchiamento. Nello specifico i ricercatori sono andati a misurare gli effetti della solitudine, del sonno disturbato e della sensazione di infelicità al fine di costruire un modello che descrivesse i fattori che regolano l’invecchiamento dell’organismo. I dati sono stati rilevati su una popolazione di circa 12mila adulti cinesi. Gli esiti dell’indagine hanno mostrato che ictus, malattie del fegato e polmonari, abitudine al fumo e cattive condizioni di salute mentale sono da considerarsi i principali indicatori associati all’invecchiamento prematuro.
Inoltre, sembra che i pensieri negativi ancor più del fumo siano capaci di provocare un invecchiamento precoce. Ecco perché, a conclusione dello studio, gli esperti hanno valutato come determinante per l’invecchiamento la condizione psicologica di una persona. Proprio per questo occorre, come diciamo sempre, giocare d’anticipo prendendosi cura in ogni fase della vita del sé e quindi delle relazioni sociali, di modo da non arrivare impreparati e con un tessuto fragile di contatti all’età avanzata.
Fronteggiare la solitudine? Oltre a noi stessi serve l’aiuto di istituzioni e società
Se noi possiamo fare molto per mantenerci attivi e per tenere viva una rete di relazioni, c’è però poi la necessità di un supporto più concreto da parte delle istituzioni e, in generale, della società odierna nello sviluppare progetti, programmi e linee guida ad hoc per fronteggiare la solitudine e andare a individuare le aree più fragili della popolazione. Alla popolazione anziana, infatti, servono riferimenti più forti e regolari sul territorio; assicurando alle persone in là con gli anni la presenza di aree di aggregazione oltre a favorire l’uscita di casa e gli spostamenti con appositi servizi possibilmente, per la popolazione a basso o bassissimo reddito, gratuiti.
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