Novità sulle pensioni
Quando si parla di pensioni, i dubbi e le perplessità sono spesso frequenti, considerando quanto in Italia il sistema previdenziale rappresenti un ingranaggio complesso, le cui dimensioni comportano non poche criticità. A inizio 2025, le pensioni vigenti erano 17.986.149, della quali il 76,1% previdenziali, quindi basate sui contributi versati durante l’attività professionale, e solo il 23,9% connesse alle fasce più deboli. Questi numeri offrono una fotografia significativa su quanto il sistema pensionistico italiano sia imponente, cosa che non rende semplice la sua gestione e grava sulle casse dello Stato. In questo scenario per chi è in pensione e per i futuri pensionati è sempre più importante informarsi sulle regole alla base del sistema pensionistico, gli strumenti a disposizione e gli ultimi aggiornamenti in atto, potendo anche affidarsi a una consulenza con esperti per esplorare il proprio scenario pensionistico.
In questo contesto la sostenibilità delle pensioni italiane è una tematica sempre più importante: il dibattito sui trattamenti previdenziali è costante, portando a cambiamenti e novità frequenti. Approfondiamo di seguito, cosa sta accadendo in questo periodo nell’universo delle pensioni e quali sono i trend previsti nei prossimi mesi.
Pensioni, gli ultimi aggiornamenti del periodo
Con la fine di settembre, l’autunno è entrato nel suo vivo, portando con sé il primo appuntamento della stagione per il pagamento delle pensioni. La pensione di ottobre è stata accreditata sul conto corrente, postale o bancario lo scorso mercoledì 1 ottobre. Per coloro che ritirano il trattamento previdenziale in contanti presso gli uffici postali, tenendo conto che questo è possibile solo per importi sotto i mille euro, si procede tramite calendario alfabetico, partendo dal 1 ottobre fino al 7.
Con il mese di ottobre arriva anche il nuovo cedolino di riferimento, consultabile nella propria area riservata sul portale dell’INPS, potendo scaricarlo come PDF. Al suo interno non è riportato solo l’importo del trattamento, ma anche eventuali trattenute, conguagli, arretrati e rimborsi riferiti all’ultima parte dell’anno. Inoltre, nel cedolino di questo mese potranno essere inclusi anche arretrati della quattordicesima per coloro che ne hanno fatto richiesta e non li hanno ancora recepiti.
A ottobre viene anche erogato l’Assegno unico per i figli a carico: tra il 20 e il 21 verrà corrisposto per i nuclei familiari beneficiari, senza variare gli importi, mentre a fine mese a coloro che hanno presentato variazioni ISEE o una nuova domanda. Sempre tramite il portale dell’INPS è possibile verificare lo stato dell’accredito dell’Assegno. Per l’Assegno di inclusione invece sono previsti i primi accrediti e rinnovi con arretrati il 15 ottobre mentre gli accrediti con rinnovo mensile il 27 ottobre.
Cosa cambia nei prossimi mesi negli importi delle pensioni
Tra le novità del mondo delle pensioni, emerge il tema della rivalutazione degli assegni, prevista da gennaio 2026. Gli importi saranno adeguati in base all’inflazione del 2025, stimata all’1,7%. Tuttavia, non tutti i lavoratori avranno la stessa percentuale di aumento: la rivalutazione piena riguarda le pensioni più basse e si riduce progressivamente con gli importi più alti.
Per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo l’aumento sarà del 100%, mentre del 90% per chi riceve pensioni tra 4 e 5 volte il minimo e del 75% per i trattamenti superiori a 5 volte il minimo. Per esempio, una pensione di 1.500 euro lordi aumenterà di 25 euro mensili. La rivalutazione riguarda anche le pensioni di reversibilità, che seguono le stesse regole. Per i trattamenti più elevati la rivalutazione prevista comporta un beneficio ridotto rispetto alle pensioni più basse.
Questo meccanismo mira a proteggere il potere di acquisto dei pensionati a fronte dell’aumento del costo della vita, soprattutto quelli con redditi inferiori, rappresentando un piccolo, ma concreto sostegno. Bisogna sottolineare come la normativa sulle fasce di rivalutazione sia al vaglio della Corte Costituzionale e potrebbero esserci ulteriori interventi e modifiche.
Pensioni, le prospettive per il 2026
Con la fine dell’anno che si avvicina, la manovra di bilancio 2026 riaccende il dibattito sul tema delle pensioni. In vista del nuovo anno si torna a parlare di uscite anticipate, che nel 2025 hanno registrato un netto calo, passando da 118mila nel 2024 a meno di 98mila. Nel prossimo futuro si aspetta un’ulteriore diminuzione, a fronte di fattori come la riduzione degli importi per le pensioni anticipate calcolate con metodo contributivo e l’innalzamento dell’età pensionabile. In questo contesto, alcune misure potrebbero non essere prorogate, come la Quota 103, che potrebbe cessare per la scarsa adesione. Diverso è il caso dell’Opzione donna, che invece potrebbe essere confermata anche nel 2026, con possibili aumenti degli importi, attualmente piuttosto bassi.
Per quanto riguarda le pensioni anticipate contributive, si apre uno scenario particolare con cui potranno essere usate le somme del Trattamento di fine rapporto (TFR) accantonate presso l’INPS, trasformandole in una sorta di integrazione previdenziale per chi non ha versato sufficienti contributi. Grazie a questa possibilità, i lavoratori con 64 anni e una contribuzione mista (sia contributiva che retributiva) potrebbero andare in pensione a condizione che l’assegno sia almeno 3 volte quello sociale. Attualmente, questa opzione è consentita solo per coloro che hanno un sistema interamente contributivo e una forma previdenziale complementare al compimento dei 64 anni. La misura è ancora in fase decisionale, dopo il netto rifiuto da parte dei sindacati, che hanno sottolineato come il TFR sia una forma di salario differito e che, usato in questo modo, perderebbe la sua funzione costituzionale.
Tra le altre novità, spicca la probabile conferma del bonus Maroni-Giorgetti, che prevede come coloro che abbiano i requisiti per la Quota 103, ma scelgano di non andare in pensione, possano ricevere in busta paga l’equivalente dei loro contributi previdenziali che sarebbero stati versati all’INPS.
Per il 2026 nello scenario del sistema previdenziale, potrebbero essere inclusi anche degli incentivi con cui aderire ai fondi pensione, soprattutto rivolti ai giovani. In particolare, si parla di un innalzamento della soglia di deducibilità fiscale per le somme versate alla previdenza integrativa, attualmente pari a 5 mila euro all’anno.
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