Come scegliere dove destinare il TFR: consigli e strategie di pianificazione
Il Trattamento di Fine Rapporto, meglio conosciuto come TFR, è una somma che il datore di lavoro accantona per ogni dipendente e che viene liquidata al termine del rapporto di lavoro. Si tratta di un risparmio obbligatorio, che spesso rappresenta un piccolo tesoretto da gestire con attenzione. La scelta di dove destinare il TFR è importante e può avere effetti concreti sul futuro economico di ciascuno. Vediamo dunque le opzioni disponibili – con vantaggi e i rischi – e qualche strategia utile per pianificare in modo consapevole.
Cos’è il TFR e come funziona
Il TFR è pari, in media, a circa una mensilità di stipendio all’anno. Ogni mese il datore di lavoro accantona una quota, che viene rivalutata nel tempo. Al termine del rapporto lavorativo, il dipendente riceve l’intera somma maturata.
Dal 2007, i lavoratori del settore privato possono decidere se:
- Lasciare il TFR in azienda
- Destinare il TFR a un fondo pensione complementare
Questa scelta non va sottovalutata, perché incide sulla crescita del capitale e sul livello di tutela futura.
Lasciare il TFR in azienda: vantaggi e svantaggi
Se il lavoratore non fa alcuna scelta, il TFR resta automaticamente in azienda. Questa opzione garantisce una rivalutazione annua pari all’1,5% fisso più il 75% dell’inflazione.
Questa scelta può presentare alcuni vantaggi, come quello di avere un capitale garantito, quello di non incorrere in nessun rischio di mercato e la possibilità di ricevere anticipi in determinati casi (acquisto prima casa, spese mediche, ecc.).
Ci sono però anche alcuni svantaggi, come la conseguenza di avere un rendimento limitato, di non avere nessun beneficio fiscale e di essere in una condizione di dipendenza dalla solidità finanziaria dell’azienda.
Destinare il TFR a un fondo pensione: vantaggi e svantaggi
L’alternativa è versare il TFR in un fondo pensione complementare, aperto o chiuso (negoziale). Questi strumenti investono sui mercati finanziari e puntano a far crescere il capitale.
Anche questa soluzione presenta alcuni vantaggi, diversi dai precedenti, come il rendimento che potenzialmente è più alto rispetto alla rivalutazione in azienda, o come quelli di tipo fiscale: i versamenti volontari si possono dedurre fino a un certo limite. Un altro plus è dato dalla possibilità di integrare la pensione pubblica in futuro.
Gli svantaggi invece, in questo caso, sono rappresentati dal fatto che i rendimenti, potenzialmente più alti, non sono però garantiti, in quanto dipendono dall’andamento dei mercati; esistono poi dei costi di gestione che sono da considerare così come i vincoli di liquidità: l’accesso ai fondi non è infatti immediato.
Come e cosa scegliere?
La decisione su dove destinare il TFR dipende da diversi fattori personali:
- Età del lavoratore: chi è giovane ha un orizzonte temporale lungo, può permettersi di investire in un fondo pensione e sfruttare la crescita nel tempo. Chi è vicino alla pensione, potrebbe preferire la sicurezza del TFR in azienda.
- Situazione familiare e patrimoniale: se si hanno già risparmi o investimenti, il fondo pensione può essere un buon complemento. In caso di necessità di liquidità futura, mantenere il TFR in azienda può risultare più comodo.
- Tolleranza al rischio: il fondo pensione espone ai rischi di mercato, anche se con gestioni diversificate. Il TFR in azienda resta stabile ma con crescita limitata.
Gestione del TFR: strategie di pianificazione
Per fare una scelta consapevole, può essere utile adottare alcune strategie pratiche:
- Informarsi bene sui fondi pensione disponibili: ogni fondo ha politiche di investimento diverse: prudente, bilanciata o dinamica.
- Sfruttare i vantaggi fiscali: versare una quota volontaria aggiuntiva può ridurre il reddito imponibile.
- Valutare la combinazione con altri risparmi: il fondo pensione non deve sostituire, ma integrare, altre forme di investimento.
- Chiedere una consulenza: un consulente finanziario può aiutare a simulare scenari e scegliere l’opzione più adatta.
Il TFR non è solo un diritto del lavoratore, ma anche un’opportunità di pianificazione. Decidere se lasciarlo in azienda o investirlo in un fondo pensione significa scegliere tra sicurezza e/o rendimento potenziale.
La soluzione migliore non è uguale per tutti: dipende dall’età, dalle esigenze personali e dal profilo di rischio. L’importante è non lasciare la scelta al caso: informarsi, confrontare le opzioni e pianificare con anticipo permette di trasformare il TFR in una risorsa utile per il futuro.
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