Addio a Lea Massari, attrice simbolo del cinema d’autore italiano
È morta a Roma all’età di 91 anni Lea Massari, raffinata interprete del cinema italiano ed europeo, celebre per i suoi ruoli intensi e misurati. Diva discreta e riservata, è stata protagonista di pellicole indimenticabili dirette da registi come Michelangelo Antonioni, Dino Risi e Sergio Leone.
La notizia della sua scomparsa, avvenuta lunedì 23 giugno, è stata diffusa solo oggi, a funerali già celebrati in forma privata nella cattedrale di Sutri, in provincia di Viterbo. L’attrice, da oltre trent’anni lontana dalle scene e dalla vita pubblica, si è spenta nella sua casa romana. Avrebbe compiuto 92 anni il prossimo 30 giugno.
Biografia e carriera di Lea Massari: da Roma a Parigi, passando per Antonioni
Nata a Roma il 30 giugno 1933 con il nome di Anna Maria Massatani, Lea Massari cresce tra Monteverde Vecchio, Prati e Parioli, quando quei quartieri avevano ancora l’aspetto agreste della periferia romana. Figlia di un ingegnere, durante l’adolescenza vive tra Spagna, Francia e Svizzera, seguendo gli spostamenti del padre. Tornata in Italia, si iscrive alla Facoltà di Architettura, mantenendosi agli studi lavorando come modella e collaborando con lo scenografo Piero Gherardi.
Il cinema arriva quasi per caso: nel 1954 debutta in Proibito di Mario Monicelli, tratto da La madre di Grazia Deledda, accanto a Mel Ferrer e Amedeo Nazzari. A 22 anni sceglie il nome d’arte “Lea Massari” in memoria del fidanzato Leo, morto tragicamente poco prima del loro matrimonio.
La notorietà esplode nel 1960 con L’avventura di Michelangelo Antonioni: Massari è Anna, la donna che scompare sull’isola lasciando un vuoto metafisico che diventa il centro del film. È un ruolo che la consacra come icona del cinema d’autore. Negli anni Sessanta e Settanta lavora con i più grandi registi italiani e francesi, diventando un volto ricorrente anche oltreconfine. Parla correntemente quattro lingue e incarna perfettamente l’intellettualità cosmopolita dell’epoca.
Lea Massari: i film più importanti e i riconoscimenti
Lea Massari è stata protagonista di alcune delle pellicole più significative del Novecento cinematografico. Tra le sue interpretazioni più memorabili, quella di Elena Pavinato in Una vita difficile (1961) di Dino Risi, accanto ad Alberto Sordi. Per questo ruolo e per quello in I sogni muoiono all’alba, vince il David di Donatello come migliore attrice.
Nel 1971 è la madre conturbante di Soffio al cuore di Louis Malle, film che scandalizzò e affascinò la critica. È anche nel cast di Cristo si è fermato a Eboli (1979) di Francesco Rosi, con cui ottiene un Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista.
Sul set lavora con maestri del calibro di Sergio Leone (Il colosso di Rodi), Mauro Bolognini (La giornata balorda), Valerio Zurlini (La prima notte di quiete), recitando accanto ad Alain Delon, Jean-Louis Trintignant, Yves Montand, Jean-Paul Belmondo e Michel Piccoli.
Anche il teatro occupa un posto importante nella sua carriera. Debutta nel 1960 con Due sull’altalena di William Gibson, diretta da Arnoldo Foà. Memorabili le sue interpretazioni ne Il cerchio di gesso del Caucaso di Brecht (1974) e Sarah Barnum di John Murrell (1981). In ambito teatrale, resta nella memoria collettiva anche per aver dato il volto a Rosetta, la debuttante della commedia musicale Rugantino (1962) con Nino Manfredi e Aldo Fabrizi.
Vita privata e ritiro dalle scene
Dotata di una bellezza aristocratica e di una voce roca e inconfondibile, Lea Massari non ha mai ceduto alla tentazione del divismo. Profondamente riservata, ha vissuto gran parte della sua vita lontana dai riflettori, scegliendo il silenzio alla sovraesposizione. Nella seconda metà degli anni Ottanta, non più incuriosita dal cinema, decise di ritirarsi definitivamente dalle scene. Si trasferì in Sardegna con il marito Carlo Bianchini, ex comandante pilota dell’Alitalia, che aveva sposato nel 1963. La loro unione durò oltre quarant’anni, fino alla separazione nel 2004. La coppia non ebbe figli.
Lontana dai set ma non dalla passione civile, Lea Massari si dedicò con crescente convinzione alla causa animalista. Sostenne campagne contro la vivisezione e per la difesa degli animali, appoggiando numerosi canili e diventando attivista della Lega per l’abolizione della caccia. In età matura scelse anche di non mangiare più carne. La sua scomparsa, come la sua vita, è avvenuta nel segno della discrezione. Nessuna cerimonia pubblica, nessun annuncio roboante: solo il ricordo, potente e delicato, di un’attrice che ha saputo attraversare il Novecento cinematografico con eleganza, talento e dignità.
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