Osservatorio flussi pensionamento INPS: dati 2024 e quanti ci andranno nel 2025
Flussi relativi al pensionamento: cosa sapere
In Italia il mondo delle pensioni è un ingranaggio molto complesso, soggetto a cambiamenti, trasformazioni e novità costanti. L’ente di riferimento del sistema previdenziale del nostro paese è l’INPS e attualmente il trattamento è calcolato in base allo stipendio versato negli ultimi anni di lavoro (sistema retributivo) e ai contributi versati nel corso dell’attività lavorativa (sistema contributivo attivo dal 1996). Oltre a questa distinzione, esistono varie tipologie di trattamenti pensionistici tra i quali rientrano ad esempio la pensione di vecchiaia, anticipata, di invalidità e ai superstiti. Dal punto di vista dell’importo questo dipende da fattori come tipo di lavoro, età, anni di contributi ed eventuali periodi senza contribuzione, tenendo conto che per garantire un reddito adeguato dopo il pensionamento esistono anche strumenti come piani individuali specifici e fondi pensioni.
Tra i tanti aspetti su cui informarsi in merito al sistema pensionistico, oltre alle ultime riforme, spiccano i dati raccolti nell’Osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, pubblicazione annuale realizzata dall’Istituto previdenziale. Si tratta di un prezioso strumento dell’INPS volto a monitorare, analizzare e pubblicare i dati riguardanti i flussi di pensionamento a livello italiano. Consultare queste informazioni significa essere a conoscenza dell’andamento del sistema previdenziale in un dato periodo, valutando eventuali variazioni del numero di pensionati e dell’importo medio delle pensioni, aspetti che possono fungere da bussola per orientarsi nel proprio futuro pensionistico.
Per esempio, i dati riguardanti le pensioni di vecchiaia o anticipata possono rappresentare un valido aiuto per pianificare il momento migliore in cui andare in pensione o ancora influenzare determinate scelte lavorative, ponderando vantaggi e svantaggi di specifiche carriere o il passaggio da un regime previdenziale all’altro. Oltre ai lavoratori, i dati statici raccolti dall’Osservatorio flussi INPS forniscono informazioni cruciali per gli enti pubblici, permettendo di valutare le politiche previdenziali, monitorare il sistema pensionistico e il suo andamento e orientare così la pianificazione economica a livello nazionale.
L’Osservatorio flussi INPS è quindi uno strumento estremamente importante capace di fornire una fotografia dettagliata del sistema pensionistico italiano. In particolare, rileva i trattamenti liquidati in un arco temporale specifico, classificati in base alle diverse gestioni previdenziali e alle tipologie (ovvero pensione di vecchiaia, invalidità e superstiti). Accanto al numero delle pensioni, raccoglie anche informazioni utili come l’importo medio dei trattamenti e analizza i flussi in base alle diverse gestioni, casse e tipologie.
I dati 2024 e del primo semestre del 2025 raccolti dall’Osservatorio flussi INPS
Il 2 luglio 2025 l’INPS ha raccolto nell’Osservatorio flussi di pensionamento i dati dei trattamenti pensionistici relativi allo scorso anno e al primo semestre del 2025. Per quanto riguarda il 2024 le pensioni erogate sono state 889.642 e l’importo medio dei trattamenti si è attestato sui 1.223 euro al mese, dati in cui sono comprese pensioni di vecchiaia, di invalidità, ai superstiti e anticipate.
Per quanto riguarda il primo semestre 2025 i trattamenti erogati sono stati 397.691 e l’importo medio è stato pari a 1.215 euro. Approfondendo nel dettaglio le pensioni di vecchiaia sono state nel 2024 271.527 e nel primo semestre 2025 117.901, quelle anticipate nel 2024 224.392 e nel primo semestre 2025 98.356, quelle di invalidità nel 2024 60.094 e nel primo semestre 2025 23.996 e quelle ai superstiti nel 2024 236.107 e nel primo semestre 2025 106.693.
Le tendenze dei pensionamenti per il 2025
In seguito alla pubblicazione dei dati del 2024 e del primo semestre del 2025 da parte dell’Osservatorio flussi INPS non sono state ancora comunicate previsioni ufficiali in merito alle pensioni attese per i prossimi mesi. La tendenza che sembra prospettarsi registra un calo rispetto al 2024 per le pensioni anticipate, ridotte nella prima parte del 2025 con un calo di domanda. Questo quadro è influenzato dalla Quota 103, in conseguenza della quale emerge un maggior vantaggio a continuare a lavorare e un riduzione negli importi delle pensioni anticipate.
Rimane attiva la Quota 89, ovvero età unita ai contribuiti, grazie alla quale si potrebbe avere più flessibilità in uscita. Intanto, restano invariati i medesimi requisiti per la pensione anticipata ordinaria, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, e misure come l’Ape sociale e l’Opzione donna. Altro aspetto emerso è che le pensioni hanno subito un adeguamento per l’inflazione, vedendo nel 2025 un aumento della pensione minima.
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