Quali sono i pensionati che hanno diritto all'aumento?
Il pensionamento rappresenta un passaggio di vita estremamente significativo, con cui si chiude un lungo capitolo, lasciando il proprio ruolo lavorativo e dando il via a una nuova fase dell’esistenza in cui si scandiscono nuovi ritmi e si introducono abitudini differenti. Questo passaggio può essere delicato non solo dal punto di vista emotivo, dovendo riderfinire se stessi, le proprie abitudini e l’equilibrio personale, ma anche a livello pratico. Nel momento in cui si va in pensione bisogna compiere una serie di azioni come per esempio verificare i propri requisiti contributivi e anagrafici, fare domanda all’INPS, controllare la propria posizione contributiva e simulare l’importo dell’assegno spettante.
Oltre a tutto questo, è importante monitorare costantemente l’andamento del sistema pensionistico italiano, controllando eventuali variazioni negli importi per usufruire di incrementi del proprio trattamento. Coloro che sono al di sotto di determinate soglie di reddito, inoltre, hanno anche diritto a un aumento della pensione grazie alla maggiorazione sociale, strumento fondamentale volto a sostenere i pensionati più svantaggiati. Approfondiamo di seguito a chi spetta questo aiuto e altri aspetti utili da conoscere.
Diritto all’aumento per i pensionati: come funziona la maggiorazione sociale
Quando si cessa l’attività lavorativa e si entra nel mondo della pensione è importante essere ben informati, avere consapevolezza degli strumenti in nostro aiuto e saper gestire al meglio le proprie risorse finanziarie per vivere serenamente questa fase di vita. Tra le misure adottate a supporto dei pensionati spicca la maggiorazione sociale. Si tratta di un particolare incremento delle prestazioni previdenziali rivolto ai soggetti con redditi modesti. Questa misura spetta a chi si trova in condizioni svantaggiate e ha almeno 60 anni: si tratta di uno strumento prezioso che mira a incrementare il tenore di vita di chi ne ha diritto, facendo in modo che il trattamento pensionistico raggiunga un importo minimo.
Integrazione alla pensione, la maggiorazione sociale è rivolta a coloro che rientrano in una determinata soglia di reddito e il suo obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita e contribuire a coprire spese essenziali. Questo contributo mensile fisso spetta agli over 60 con una pensione bassa e viene erogato su 13 mensilità: il suo importo può variare a seconda di fattori come età, reddito annuale e tipologia di trattamento pensionistico.
Maggiorazione sociale: requisiti e importi
Per quanto riguarda i requisiti per accedere alla maggiorazione sociale tra questi rientrano l’età pensionabile, il non superare un reddito stabilito dall’Inps e il dover presentare domanda per ottenerla. In merito al reddito annuo questo non deve superare per gli over 60 a livello personale 8.117,72 euro e 15.065,05 euro per il reddito coniugale, per gli over 65 8.856,25 euro e 15.803,58 euro e per gli over 70 9.555,65 euro e 16.502,98 euro.
La maggiorazione spetta per le pensioni minime, ovvero 603,40 euro mensili, e nel caso degli over 60 è pari a un’aggiunta di 25,83 euro al mese, per gli over 65 82,64 euro e per gli over 70 136,44 euro. Questo strumento si unisce ad altre forme di sostegno tra cui l’assegno sociale e l’integrazione al minimo, volti a creare in sinergia una sicurezza per i pensionati.
Accedere alla maggiorazione sociale: cosa sapere
Per richiedere la maggiorazione sociale i pensionati possono scegliere tra due modalità con cui presentare la domanda. Una via è tramite il portale dell’INPS, compilando la procedura online ricorrendo alla credenziali CNS, CIE o SPID. Alla presentazione della domanda si dovrà avere anche con sé il CUD, il modello 730/Unico e l’attestazione dei redditi percepiti: oltre a tutto questo, si dovrà fornire anche la dichiarazione Red, documento con cui esporre eventuali redditi esterni alla pensione, assegni di mantenimento e locazione. In alternativa alla modalità telematica, se si desidera una maggiore assistenza, si potrà invece presentare la richiesta per ottenere la maggiorazione sociale presso un CAF o un patronato.
Aumento della pensione in base alla rivalutazione ISTAT
Oltre allo strumento della maggiorazione sociale, il trattamento pensionistico può aumentare per via della rivalutazione ISTAT. Detta anche perequazione, si tratta di un meccanismo automatico grazie al quale l’importo della pensione viene calcolato a seconda della crescita del costo della vita, sulla base dei dati ISTAT, e il suo obiettivo è preservare il potere di acquisto delle pensioni.
Anche nel 2025 i trattamenti sono stati adeguati all’inflazione: se l’aumento dettato dalla rivalutazione spetta a tutti i pensionati, la sua consistenza varia in base al reddito e alla tipologia di trattamento. Per quanto riguarda il 2025 il tasso di rivalutazione previsto dall’INPS è pari a 0,8% e di conseguenza gli importi delle pensioni sono aumentati rispetto al 2024.
L’incremento varia a seconda dell’entità del trattamento, tutelando coloro che hanno pensioni più basse: chi ha una pensione 4 volte il minimo INPS avranno un aumento al 100% della rivalutazione quindi dello 0,8%, mentre per le pensioni tra 4 e 5 volte in più l’aumento sarà al 90% quindi 0,72%. In caso di pensione superiore a 5 volte l’incremento è al 75% ovvero 0,60%. Quindi per esempio, un pensionato che riceve 1.500 euro al mese in seguito alla rivalutazione allo 0,8% avrà 12 euro al mese in più mentre in caso di una pensione di 3.000 euro 21,60 euro. Anche se gli aumenti non sono elevati, comunque sono tali da fare la differenza sul bilancio del pensionato.
Oltre agli aumenti dettati dalla rivalutazione delle pensioni, fino al 2026 il governo ha previsto una proroga dell’incremento straordinario per le pensioni che siano inferiori o pari al trattamento minimo, che per il 2025 è di 603,40 euro. Si tratta di un aumento aggiuntivo e temporaneo, nel 2025 pari al 2,2%, mentre nel 2026 al 1,3%.
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