Cosa leggere a settembre: i 10 libri imperdibili del mese
Scopri i libri da leggere a settembre: una selezione di novità firmate soprattutto da autrici tra storie di famiglia, thriller, biografie e racconti che parlano di donne, e non solo. Una guida alle migliori letture per iniziare l’autunno con il libro giusto
Settembre è donna, tranne uno. Non stiamo parlando del mese del rientro- un vero e proprio Capodanno di fine estate – ma degli autori di quei libri che, freschi di stampa, aspettano solo di essere letti. Autori, o meglio, autrici, dal momento che nella nostra short list del mese 9 titoli su 10 sono frutto di una penna femminile (e che penna!), a conferma che oggi, più che mai, le donne in letteratura hanno tantissimo da dire. E, soprattutto, da scrivere! I temi? I più diversi: dalle saghe familiari (oramai un classico) ai ritratti di figure al limite del leggendario, passando per thriller al cardiopalma, riflessioni sulla femminilità e storie che raccontano l’identità di un intero paese vicino, fucina di grandi personalità, donne ma non solo. Il consiglio? Leggerli tutti, naturalmente!
SETTE DONNE di Lydie Salvayre (Prehistorica)
Emily Brontë, Colette, Virginia Woolf, Djuna Barnes, Marina Cvetaeva, Ingeborg Bachmann e Sylvia Plath sono le sette donne che hanno segnato la vita dell’autrice, raccontate in sette, intensi capitoli in equilibrio tra storia privata, bellezza, ribellione, come anche fragilità e disperazione. Salvayre restituisce loro voce e corpo, scavando nei territori meno esplorati, entrando nel vissuto, nel margine, nella ferita; raccontando la loro vita più segreta fatta di furia e passione, di eccesso e lucidità, di desiderio, di libertà e disperazione. Sette ritratti vibranti, umani, intensamente fisici di icone non intoccabili, ma in carne e ossa, capaci di trasfigurare il dolore nella scrittura e al tempo stesso fragili di fronte alla banalità del vivere quotidiano. Ed è proprio quel quotidiano – Parigi prima della guerra, la Russia degli anni stalinisti, gli eccessi degli anni Venti – a rivelarsi il vero crocevia della Storia. Come si può riscrivere un’opera partendo dalla vita di chi l’ha generata? È questa la domanda che attraversa il libro e l’autrice risponde con la grazia e l’intelligenza di chi sa ascoltare le voci del passato per farle parlare ancora, in tutta la loro urgenza
BELLAGIO di Monica Savaresi (Sem)
Un titolo che si inserisce nel filone dei romanzi femminili ambientati in provincia, con una forte componente sentimentale e storica, intrecciando presente e passato, emozione e memoria, nel suggestivo borgo di Bellagio, sul lago di Como — una cornice perfetta per un racconto di ritorni, segreti di famiglia e amori indimenticabili. Isabella Caprani, sceneggiatrice di successo, torna a malincuore nel luogo dove è cresciuta per vendere la casa del padre appena scomparso. Qui scopre che la sua famiglia è proprietaria del Grand Hotel Royal Britannia, un edificio antico oggi in fase di ristrutturazione, carico di ricordi e misteri mai svelati. Tra vecchie lettere d’amore e documenti nascosti, Isabella si immerge nella storia di Enrico Gandola, giovane italiano degli anni ’30, e June, una giovane ebrea americana, che si innamorano nelle eleganti sale dell’hotel poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Un amore proibito, travolto dal conflitto e dalle persecuzioni, che però non si spegne mai e che continua a vivere nel tempo fino a tornare a bussare alla porta del presente. Il Grand Hotel Royal Britannia, liberamente ispirato all’iconico Hotel Grande Bretagne di Bellagio, diventa così il cuore pulsante di un racconto che attraversa il Novecento e arriva fino a oggi, tra emozioni, nostalgia e verità nascoste, immerse nel fascino senza tempo del lago di Como.
COME SALE SULLA PELLE di Anna Pavignano (Piemme)
Un affresco potente e lirico, sospeso tra la provincia piemontese e le saline del Sud della Francia, dove la fine dell’Ottocento porta con sé speranze e conflitti. Come sale sulla pelle illumina la condizione degli emigrati italiani costretti a cercare fortuna oltreconfine e accolti con diffidenza, quando non con aperta ostilità. Al centro del racconto c’è Camilla, protagonista fragile e coraggiosa, che trasforma la propria ferita in una forza inaspettata. Da bambina, in una notte squassata dalla tempesta, viene travolta da un omnibus: si salva, ma perde una gamba. Marchiata per sempre dal soprannome di “zoppa”, impara presto il peso dell’emarginazione fino all’incontro con Felice, giovane studente di medicina, l’unico a cogliere la sua bellezza e la sua ostinazione. Ne nasce un amore intenso e ribelle, pronto a sfidare convenzioni sociali e resistenze familiari. Quando Felice, per stare accanto a lei, abbandona gli studi e si trasferisce a lavorare nelle saline di Aigues-Mortes, la loro vicenda privata si intreccia con la grande Storia. È lì, tra fatiche estreme e violenze xenofobe, che si consuma una delle pagine più drammatiche dell’emigrazione italiana. Il risultato è un romanzo insieme storico e sentimentale, scritto con una prosa limpida e vibrante, capace di restituire l’eco di un’epoca e il ritratto indimenticabile di una donna che non smette di lottare.
AMATA di Ilaria Bernardini (HarperCollins)
Nunzia non ha ancora vent’anni ed è partita dalla Sicilia per studiare lettere classiche a Milano; conosce il greco come avrebbe voluto suo padre che non c’è più e che ha lasciato a lei e alla madre una pescheria da mandare avanti. Maddalena, invece, di anni ne ha quasi quaranta, viene da un passato difficile, si è laureata in ingegneria, ha sposato Luca, violinista di buona famiglia, e oggi sembra confondersi tra quelle donne che un tempo guardava da lontano, compagne di liceo più ricche e fortunate di lei. Nunzia si sente strana, i sintomi sono confusi ma il test è inequivocabile: aspetta un bambino, un bambino che non vuole. Maddalena, al contrario, un figlio lo desidera più di ogni altra cosa ma i medici sono stati chiari, le sue possibilità di rimanere incinta si riducono a uno zero virgola poco. Uno zero virgola poco a cui Maddalena si aggrappa disperatamente, come a un salvagente. O come all’illusione di un’adozione che, però, si rivela un percorso lungo e doloroso. Quando finalmente arriva la chiamata tanto attesa, la notizia di una neonata lasciata in una Culla per la Vita rimbalza tra giornali e televisioni. Mia figlia, forse, pensa Maddalena. Ma figlia di chi? Alternando i punti di vista di Nunzia e Maddalena in un racconto a due voci travolgente e intensissimo, Ilaria Bernardini firma un romanzo che scava nelle pieghe più intime della maternità tra il desiderio e la rinuncia, la contraddizione e il dolore, la scelta e il rimpianto. Un libro indimenticabile – da cui è stato tratto il film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia – che racconta i sogni e le ferite delle donne e, in un paese dove il corpo femminile resta terreno conteso, rivendica con passione e delicatezza un diritto fondamentale, quello di decidere.
UNA COSA STUPIDA di Alice Valeria Olivieri (Mondadori)
Sulla soglia dell’età adulta, Adriana Franco si scopre senza bussola. Trasferita in una città che la fa sentire un’ospite indesiderata, è lontana anni luce dal suo passato, dagli amici e soprattutto da suo padre, con cui condivide il talento per la musica ma non il modo di viverlo. Scrive per Brush, rivista patinata che, sotto il luccichio delle copertine, nasconde marchette a case discografiche e brand. Tutto le appare falso, superficiale, persino quel lavoro che agli altri sembra “cool” e invidiabile le basta appena per dividere una stanza e fare la spesa all’Esselunga. Giorno dopo giorno, Adriana accumula una rabbia che minaccia di esplodere fino a un gesto estremo. Perché, quando nulla intorno ha più senso, non resta che fare qualcosa di stupido. È così che il diario di una disillusione diventa il ritratto affilato di una generazione cresciuta a spot pubblicitari e promesse di futuro, che troppo spesso sono rimaste confinate dentro uno schermo. Un racconto lucido e tagliente, come la voce della sua protagonista.
L’ULTIMO SEGRETO di Dan Brown
Un thriller dal ritmo serrato, attesissimo e uscito in contemporanea in tutto il mondo che unisce il fascino di una città misteriosa a enigmi millenari. L’ultimo segreto porta Robert Langdon tra le strade e i sotterranei di Praga, cornice magica e inquietante dove ogni pietra sembra custodire un enigma. Accanto a lui c’è Katherine Solomon, brillante studiosa di scienze noetiche e sua compagna. Ma quando la donna scompare improvvisamente dalla camera d’albergo, Langdon capisce che non si tratta di un rapimento ordinario: a muovere i fili sono forze occulte radicate fin dall’alba della civiltà. Dai castelli gotici alle cattedrali maestose, fino ai cunicoli nascosti sotto la città, Langdon è costretto a inoltrarsi nel lato oscuro della capitale boema, inseguendo tracce che affondano nel tempo e nei segreti della storia europea. Ma la prova che lo attende va oltre ogni sua esperienza precedente: non solo dovrà salvare Katherine, ma affrontare un disegno capace di mettere in pericolo il destino dell’umanità.
ACQUA SPORCA di Nadeesha Uyangoda (Einaudi)
Un romanzo intenso e corale, che attraversa oceani e generazioni. Dopo trent’anni in Italia, Neela decide di tornare nello Sri Lanka, un ritorno che somiglia alla forza di una marea, capace di riportare in superficie memorie e inquietudini mai davvero sopite. Attorno a lei, le voci della famiglia compongono un mosaico di destini spezzati e resilienze silenziose. Himali, la sorella maggiore, cresce la figlia all’ombra di un ideale politico, con un marito ormai fantasma, ex militante comunista scomparso in Europa senza documenti. Pavitra, la più giovane, intrappolata in un matrimonio senza gioia, vaga come un’ombra in una casa non sua, segnata dalla povertà che l’ha spinta a cedere l’unico bene che possedeva. Ayesha, la figlia di Neela, vive invece a Milano, imprigionata in un presente fragile e frammentato, tra lavori precari e un senso di insoddisfazione che non trova sollievo. Dal cuore dell’isola, impregnata di mito e magia, alle città europee dove l’esilio si mescola alla precarietà, il romanzo racconta una storia di radici e sradicamenti, di legami familiari che sopravvivono al dolore e al tempo. Una narrazione sospesa tra presente e passato, realtà e memoria, che restituisce la complessità dell’appartenenza e il peso dei sogni irrealizzati.
ANN D’INGHILTERRA di Julia Deck (Adelphi)
In una limpida domenica di aprile, Julia trova la madre riversa sul pavimento del suo appartamento a Tolbiac, colpita da un’emorragia cerebrale rimasta senza soccorso per ventotto ore. È l’evento che ha sempre temuto e, in qualche modo, segretamente atteso, l’inizio di una resa dei conti impossibile da rimandare. Ann, la madre inglese, è una figura magnetica e contraddittoria: audace e combattiva, amata e temuta, sempre straniera ovunque si trovi. Nel tentativo di strapparla a un destino già tracciato dai medici, Julia ne ripercorre la vita avventurosa dall’infanzia in una cittadina inglese segnata dall’industrializzazione, alla brillante formazione universitaria in Letteratura francese, fino alla nuova identità costruita in Francia, tra ribellioni, conquiste e fughe continue. Romanzi, film, canzoni, momenti storici e culturali – dalla Nouvelle Vague agli swinging sixties, fino agli eccessi degli anni Ottanta e alle disillusioni dei Novanta – fanno da cornice a un’esistenza indomita e inafferrabile raccogliendo una doppia narrazione. Da una parte il diario accorato di una figlia che si ritrova a reggere la vita della madre e, dall’altra, il romanzo brioso e incalzante di una donna in fuga perenne. Un romanzo intenso e sorprendente, che intreccia memoria familiare e ritratto generazionale mettendo in discussione i confini tra realtà e finzione, e che rivela come, proprio in quell’incrocio, si nasconda la verità.
L’INCIDENTE di Emmanuelle De Villepin (Astoria)
Sono trascorsi molti anni ma Alfred continua a portare addosso le cicatrici del terribile incidente che ha avuto a dodici anni, con la sola colpa di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Eppure, una persona a lui carissima era morta davanti ai suoi occhi e quel ricordo lo aveva reso prigioniero al punto da costringerlo a cambiare nome e città nel vano tentativo di sfuggirgli. Ma dal passato non si scappa: così, suo malgrado, Alfred si ritrova a Boston, costretto a fare i conti con i fantasmi che credeva di avere abbandonato. In quell’oscurità, però, c’è un raggio di sole inatteso, Penelope, intrappolata in un matrimonio segnato dall’infedeltà del marito, che riconosce in Alfred un’anima affine e crea con lui un legame profondo, un’amicizia intensa e intima. Un rapporto che spinge Alfred ad aprirsi come non aveva mai fatto, rivelandole l’incidente che lo ha segnato per sempre. E proprio grazie a quella confessione, Penelope scoprirà verità insospettabili non solo sul marito, ma anche sui responsabili della tragedia che ha cambiato per sempre la vita di Alfred.
The PASSENGER -FRANCIA (Iperborea)
La metafora dell’arcipelago diventa l’immagine più efficace per raccontare la Francia di oggi: non più unitaria e omogenea come nell’immaginario repubblicano, ma frammentata in isole diverse, a volte distanti e inconciliabili. Da un lato, il ritorno d’interesse verso i territori d’Oltremare – eredità di un impero che garantisce ancora proiezione economica e politica a livello globale – dall’altro, le tensioni interne tra universalismo e comunitarismo, tra laïcité e spinte identitarie, in un clima segnato da conflitti religiosi, contrasti politici e violenze di piazza. The Passenger esplora queste fratture attraverso la Francia lontana da Parigi: le vallate attraversate dal Rodano; i territori che ogni anno il Tour de France mette sotto i riflettori; le regioni costiere dove agricoltura, pesca e viticoltura si trasformano; le foreste della Vandea, dove i conservatori tentano di riscrivere una storia nazionale forse mai esistita davvero. Sullo sfondo, lo spettro dell’estrema destra, che si nutre delle paure e delle insicurezze diffuse, ma che è anch’esso segno di una nazione in cerca di equilibrio. Eppure, dietro la crisi apparente, resta una base istituzionale e culturale solida, capace di rinnovarsi e di generare miti condivisi anche in un contesto globalizzato. Quello che emerge è un patriottismo variegato, non sempre inclusivo, che assume forme diverse a seconda delle comunità che lo esprimono. Tante isole, dunque, ma con più legami comuni di quanto sembri: un arcipelago che continua a chiamarsi Francia.
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