Abiti da cocktail da indossare questa estate, osando un po'
L’abito da cocktail (cocktail dress) capo chiave nel guardaroba femminile, ha una storia affascinante legata all’evoluzione delle occasioni sociali e della moda. Nato originariamente negli Stati Uniti durante il proibizionismo, come alternativa elegante agli abiti da sera più formali, ha trovato poi spazio in eventi meno formali, come i cocktail party, permettendo maggiore libertà di movimento e maggiore creatività nelle forme e nei tessuti.
L’evoluzione dell’abito da cocktail
Se negli anni ’20 e ’30 il proibizionismo portò alla nascita dei cocktail party, occasioni sociali più informali, che richiedevano un abbigliamento appropriato ma non eccessivamente formale, più tardi, negli anni ’40 e ’50, gli abiti da cocktail diventano più popolari. Si affermano come capo di abbigliamento versatile, adatto a una varietà di eventi, dai cocktail party agli eventi professionali. Negli anni in cui il tubino, reso famoso da Coco Chanel e poi da Audrey Hepburn, diventa un classico dell’abito da cocktail, simbolo di eleganza e praticità, interviene anche Christian Dior a eleggerlo abito culto.
L’abito da cocktail visto da Christian Dior
“Il modello ideale è decisamente scollato e completato da un piccolo bolero. Il tocco che rende eleganti in città prima di una serata habillée. Si possono scegliere materiali lussuosi: taffetà, satin, mousseline di seta o lana, in ogni caso scegliete un colore scuro, di preferenza nero se vi dona, ma riservate le applicazioni lussureggianti e i ricami esagerati agli abiti da sera”. Così Monsieur Dior descriveva l’abito da cocktail.
Cos’è e quando si indossa l’abito da cocktail
Per quanto la moda sia ciclica, qualcosa è cambiato. L’abito da cocktail continua a essere un capo iconico, con versioni rivisitate, che si adattano alle tendenze contemporanee, mantenendo la sua essenza di eleganza e versatilità. Resta un capo d’abbigliamento che si colloca tra l’eleganza del vestito da sera e la praticità di un abito più informale. Un capo versatile, dunque, che è sempre stato pensato per eventi serali, ma meno formali, come i cocktail party. Nel tempo ha subito diverse evoluzioni, adattandosi ai cambiamenti sociali e alle tendenze della moda. Se il colore scuro è perfetto per un abito da cocktail nelle stagioni più fredde e uggiose, in estate tutto si rischiara, rinfresca, nei colori come nei tessuti.
La lunghezza dell’abito da cocktail
Solitamente l’abito da cocktail arriva al ginocchio, ma non è mai troppo corto o troppo lungo, tanto da riuscire a mantenere perfettamente quell’equilibrio sottile tra classe e disinvoltura. Spazio agli abiti midi, quindi, veri must-have in queste occasioni. I tagli, invece, possono variare in base ai modelli prescelti: dai tubini aderenti fino ai modelli svasati, (quasi) tutto è concesso con i cocktail dress. Ecco alcuni modelli da tenere sott’occhio e da sfoggiare con un po’ di disinvoltura in più.
#1. Tubino colorato
Il tubino si sbarazza del nero o del dark blue e si colora d’estate, dal verde latte e menta al giallo burro, al rosa pallido, al delicato ed elegante azzurro chiaro. Dalla linea pulita ed elegante, il tubino è un grande classico tra gli abiti da cocktail, perché chic, luminoso, raffinato, dall’inconfondibile allure bon ton alla Audrey Hepburn. Osate con un tubino dalla stampa animalier, ma non troppo aderente.
#2. Abito midi, modern-rétro
L’abito midi, un capo di lunghezza media che arriva tra il ginocchio e la caviglia, ha una storia affascinante legata all’evoluzione della moda femminile e ai cambiamenti sociali. La sua comparsa risale agli anni ’40 e ’50, come reazione alla lunghezza degli abiti durante la guerra, e si è affermato come simbolo di eleganza e femminilità. Un capo perfetto per le serate meno formali. Sulle spalle scegliete una pashmina di seta o un coprispalle o un cardigan estivo a contrasto.
#3. Abito satin
Immancabile l’abito in satin o di raso (di seta o di cotone). È un grande classico per il cocktail dress, reso contemporaneo da spacchi, drappeggi e asimmetrie, mettendo in risalto la silhouette. La naturale lucentezza del tessuto dona eleganza a qualsiasi capo, non a caso, nell’antica Cina, dove deve la sua comparsa, il raso era considerato un simbolo di alto status sociale e riservato alle classi più elevate. I colori estivi per questo tipo di tessuto, sono il rosa cipria, il lilla e il verde latte e menta.
#2. Vestito asimmetrico
Sinuoso, perfetto anche per camuffare qualche forma di troppo, è l’abito asimmetrico, elegante e contemporaneo, da indossare non solo le occasioni più speciali. È un capo che si sposa bene con le lavorazioni del tessuto, come drappeggi e arricciature, che lo rendono dinamico, giocoso ma anche molto chic. Intrinsecamente imperfetto. l’abito asimmetrico crea movimento, giochi di luci e ombre, e un raffinato effetto di vedo-non-vedo.
#5. Vestito drappeggiato
Per la bella stagione non deve mancare il drappeggio, perché stringe senza costringere la silhouette. La tecnica del drappeggio, associata a madame Madeleine Vionnet, che imparando l’arte dal chitone greco e sfruttando l’evoluzione dei tessuti, negli anni ’30 creava autentiche opere d’arte, consente di nascondere le imperfezioni e di ottenere spesso un effetto trompe-l’oeil.
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