Ciak, si sfila! i film più fashion di sempre che raccontano la moda
Un viaggio tra i cult che hanno raccontato la moda sul grande schermo – oggi disponibili sulle principali piattaforme di streaming- da Colazione da Tiffany a Il diavolo veste Prada (in attesa del sequel) fino ai biopic dedicati ai grandi stilisti. Tra glamour, creatività e storie vere che hanno fatto la storia dello stile
Quello tra cinema e moda è un legame che non smette mai di affascinare. Biopic che ricuciono vite di couturier leggendari, documentari che raccontano il dietro le quinte di atelier e passerelle, sfilate che diventano spettacolo puro. Ciak… si sfila! Ma è il cinema a essere di moda o è la moda a essere decisamente cinematografica? La verità è che le due arti si inseguono da sempre, condividendo la stessa vocazione per la bellezza, l’emozione e la messa in scena. Entrambe parlano attraverso immagini, silhouette, suoni e dettagli; entrambe raccontano storie, usando l’abito come linguaggio simbolico e come prolungamento del carattere e dell’anima di chi lo indossa. Dal tubino nero di Givenchy che trasformò Audrey Hepburn in icona in Colazione da Tiffany ai completi di Giorgio Armani creati per American Gigolò, la storia del cinema è anche una storia di stile. E se un tempo era il grande schermo a dettare le tendenze, oggi è la moda a scegliere il cinema come strumento privilegiato per raccontarsi, emozionare e parlare a un pubblico più ampio e trasversale. Del resto, dietro ogni sfilata e dietro ogni scatto patinato c’è una narrazione che il cinema sa catturare meglio di chiunque altro. Perché la moda non è solo apparenza, ma un racconto di desideri e identità che continua a ispirare registi, sceneggiatori e spettatori. E considerando l’imminente arrivo del sequel de Il diavolo veste Prada, quale momento migliore per riscoprire i film che hanno fatto della moda un linguaggio universale? Da vedere, o da rivedere, sulle principali piattaforme di streaming senza preoccuparsi del dress code.
YVES SAINT LAURENT di Jalil Lesper e SAINT LAURENT di Bertrand Bonello (Prime Video)
Dal 1962, anno in cui apre il suo primo atelier, Yves Saint Laurent cambia per sempre il modo di intendere l’eleganza. Lo smoking maschile per lei, gli abiti see-through, i rimandi al mondo dell’arte e la mitica sahariana: ogni creazione diventa un manifesto di libertà e stile per un couturier, nato in Algeria ma parigino d’adozione, che ha codificato l’essenza dello chic francese, trasformandola in un ideale senza confini. Dietro la figura pubblica, però, si nasconde un uomo inquieto e geniale, diviso tra disciplina e fragilità, lavoro febbrile e dolori privati. È questo volto umano, a tratti tormentato, che due registi hanno cercato di raccontare nel 2014, con Yves Saint Laurent di Jalil Lespert e Saint Laurent di Bertrand Bonello. Nel film di Lespert, Pierre Niney – premiato con il César – restituisce con sensibilità la parabola creativa dello stilista e la sua lunga storia d’amore con Pierre Bergé, compagno e sodale di un’avventura irripetibile costruendo il ritratto di due uomini che hanno rivoluzionato la moda, tra ispirazioni artistiche, passioni e fragilità. Più visionario e malinconico è Saint Laurent di Bonello, dove un magnetico Gaspard Ulliel interpreta il designer nel pieno della sua parabola, tra atelier e feste mondane, isolamento dorato e abissi di eccesso, scavando nella complessità dell’artista e mostrando come da quel caos siano nate creazioni destinate all’eternità.
COCO AVANT CHANEL -L’AMORE PRIMA DEL MITO di Anne Fontaine e COCO CHANEL &IGOR STRAVINSKY di Jan Kounen (Prime Video)
Nel 1908 Gabrielle – Coco – Chanel inizia la sua avventura nel mondo della moda, compiendo un gesto rivoluzionario ovvero liberando le donne dai corsetti e dalle costrizioni per offrire loro una nuova idea di eleganza, fatta di libertà e misura. Con il tailleur in tweed, la petite robe noire, il jersey e i toni del bianco e nero, Chanel costruisce uno stile senza tempo, essenziale e raffinato, che cambia per sempre la storia del costume. A raccontare la nascita del mito è Coco avant Chanel – L’amore prima del mito (2009) di Anne Fontaine, con un’intensa Audrey Tautou. Il film svela la storia della stilista a partire dalla sua giovinezza di orfana, ostinata e ironica, capace di trasformare la fragilità in forza e l’amore in ispirazione. L’incontro con Boy Capel segna la sua metamorfosi da ragazza inquieta a donna consapevole, simbolo di una nuova femminilità, la stessa che ha trasposto nei suoi abiti. Più sensuale e drammatico è Coco Chanel & Igor Stravinsky (2009) di Jan Kounen, dove Anne Mouglalis e Mads Mikkelsen incarnano due geni del Novecento uniti da un amore proibito. La relazione tra la couturière e il compositore diventa un duello di passioni e orgoglio, un legame che fonde arte, desiderio e libertà creativa in un racconto visivamente ipnotico.
INFINITE COLOURS (Mubi)
Il modo migliore per raccontare una storia è lasciarla parlare con la voce di chi la vive ogni giorno. È questa l’idea alla base del lungometraggio con cui Stone Island sceglie di mostrarsi al mondo con un documentario, diretto da Ken-Tonio Yamamoto, che porta lo spettatore nel cuore pulsante del brand, a Ravarino, nel distretto industriale emiliano. Attraverso le persone che realizzano i capi, il film svela l’identità più autentica di Stone Island fatta di quell’insieme di gesti, colori, valori e passion che hanno dato forma a un marchio diventato simbolo di ricerca e innovazione. Il regista, che collabora con l’azienda da oltre quindici anni, ha definito la pellicola un docupoem, un racconto che intreccia documentario e poesia visiva, dove ogni inquadratura diventa una dichiarazione d’amore per il lavoro ben fatto narrato dagli occhi e dalle voci di chi lo rende possibile ogni giorno.
HOUSE OF GUCCI (Prime Video)
House of Gucci racconta il declino della celebre famiglia fiorentina e l’assassinio di Maurizio Gucci, ordinato dalla moglie Patrizia Reggiani. Diretto da Ridley Scott, il film trasforma una vicenda di cronaca nera in un melodramma scintillante, fatto di lusso, ambizione e tradimento. Criticato da Tom Ford e dagli eredi della maison per le sue licenze narrative, resta un titolo imperdibile, anche solo per gli abiti spettacolari indossati da Lady Gaga, che interpreta con magnetismo una Patrizia Reggiani fragile e spietata, immersa tra velluti, paillettes e gioielli d’epoca. La pellicola ripercorre l’incontro tra Patrizia e Maurizio (Adam Driver) e il loro amore travolgente, destinato a trasformarsi in ossessione. Sullo sfondo, gli anni Ottanta e Novanta di un impero della moda in bilico tra grandezza e declino, dove il desiderio di potere si confonde con la sete di rivalsa. Un dramma familiare che, dietro la patina del glamour, nasconde la fine di un sogno italiano.
IL DIAVOLO VESTE PRADA (Disney+)
Tratto dal bestseller di Lauren Weisberger, Il diavolo veste Prada (2006) di David Frankel è ormai un cult assoluto sul mondo della moda. Tra humour brillante, ritmo serrato e abiti da sogno, il film racconta con ironia e intelligenza il dietro le quinte di un universo tanto affascinante quanto spietato. Andrea Sachs, aspirante giornalista dall’aria acqua e sapone (Anne Hathaway), viene assunta come assistente di Miranda Priestley, la glaciale e potentissima direttrice della rivista Runway, interpretata da una Meryl Streep monumentale. Tra riunioni frenetiche, pressioni impossibili e tacchi vertiginosi, la giovane impara a sopravvivere – e a trovare sé stessa – in un mondo che misura tutto in termini di stile e apparenza. Iconico anche per i costumi firmati Patricia Field, che spaziano da Chanel a Vivienne Westwood fino a Valentino (presente nel film in un cameo), Il diavolo veste Prada è una commedia raffinata e irresistibile, capace di unire glamour e introspezione. Un ritratto ironico e ancora attuale del lato luminoso – e oscuro – della moda, in attesa del sequel oggi in lavorazione.
ZOOLANDER (Prime Video)
A più di vent’anni dalla sua uscita, Zoolander (2001) resta una delle parodie più riuscite e affettuose del mondo della moda. Ben Stiller interpreta Derek Zoolander, supermodello celebre e ingenuo, reclutato da un perfido stilista per assassinare il primo ministro malese, colpevole di voler abolire lo sfruttamento minorile nell’industria tessile. Una trama surreale che diventa un pretesto per ironizzare, con intelligenza e ritmo irresistibile, sugli eccessi del fashion system. Il film è un concentrato di citazioni, cliché e genialità, popolato da camei memorabili – da David Bowie a Milla Jovovich, da Tom Ford a Natalie Portman – e da battute entrate nella cultura pop. Ma dietro la caricatura, Zoolander racconta anche la leggerezza e l’assurdità di un mondo dove l’immagine è tutto, ricordandoci con ironia che conviene sempre essere ben vestiti: non si sa mai chi potrebbe fotografarci, autovelox compreso!
THE DRESSMAKER – IL DIAVOLO È TORNATO (Prime Video)
Una designer di successo torna nella nativa Australia dopo anni trascorsi negli atelier più prestigiosi di Parigi – Balenciaga, Dior, Vionnet – per prendersi cura della madre malata. È The Dressmaker – Il diavolo è tornato (2015), ambientato negli anni Cinquanta, con una magnetica Kate Winslet nei panni di Tilly Dunnage. Accusata ingiustamente di omicidio, Tilly torna anche per ribaltare i giudizi di un intero villaggio e lo fa con l’arma che conosce meglio, la moda. Gli abiti che crea – sensuali, teatrali, carichi di spirito parigino – diventano strumenti di riscatto e trasformazione, capaci di sovvertire le regole di un mondo provinciale e ipocrita. Tra commedia e noir, The Dressmaker è un film ironico e sorprendente, in cui i vestiti raccontano più di mille parole e diventano veri e propri revenge dress che riscrivono destini e celebrano, con gusto impeccabile, il potere liberatorio dell’haute couture.
IL FILO NASCOSTO (Apple Tv, Now e Prime Video)
Nella Londra degli anni Cinquanta, Il filo nascosto (2017) di Paul Thomas Anderson racconta la vita di Reynolds Woodcock, sarto geniale e maniacale, interpretato da un sublime Daniel Day-Lewis. Ispirato ai grandi couturier britannici, il film esplora il confine tra arte e ossessione, perfezione e sentimento, mentre, tra sete preziose, abiti scenografici e una fotografia sontuosa, la storia d’amore tra Reynolds e Alma diventa un raffinato duello di potere e desiderio. Premiato con l’Oscar per i migliori costumi, il film è un omaggio alla couture come linguaggio dell’anima, dove ogni punto, ogni stoffa, racconta un’emozione.
SEX AND THE CITY E AND JUST LIKE THAT (Sky)
Il glamour newyorkese di un’intera generazione è racchiuso in quel look, body rosa cipria e tutù di tulle, che danza nei titoli di testa di Sex and the City. E con lui, l’immagine iconica di Sarah Jessica Parker nei panni di Carrie Bradshaw, eroina ironica, sfrontata e irresistibilmente chic alla quale non si finisce mai di guardare. Perché, dal primo episodio, la moda è diventata linguaggio, manifesto e compagna di vita per quattro donne diverse ma unite dalla stessa, disarmante libertà. L’artefice di questo universo è la costumista Patricia Field, che ha saputo trasformare ogni outfit in un racconto di personalità e desideri: dai tacchi vertiginosi di Manolo Blahnik alle t-shirt Dior, fino alle creazioni couture scelte per le scene più indimenticabili. In And Just Like That, il sequel firmato HBO, la Field raccoglie la sfida del tempo, reinventando lo stile delle protagoniste con la stessa leggerezza e lo stesso spirito di ribellione. Perché nella moda di Carrie, come nella vita, tutto può cambiare — ma lo stile, quello vero, resta.
LA MODA RACCONTATA DAL VERO: DOCU-FILM E DOCUSERIE
Kingdom of Dreams (su Sky) è una docuserie che racconta come la moda, dagli anni Novanta in poi, si sia trasformata da universo elitario a fenomeno globale. Un viaggio nel cuore del fashion business, attraverso le sue rivoluzioni estetiche e culturali, tra genio creativo e potere economico. Diretta da Ian Bonhôte e Peter Ettedgui, autori di McQueen, la serie intreccia materiali d’archivio, testimonianze inedite e interviste ai protagonisti per restituire l’atmosfera elettrica di un’epoca in cui la moda diventa spettacolo, status, linguaggio universale. Al centro, quattro figure che hanno cambiato per sempre il volto delle passerelle – John Galliano, Alexander McQueen, Marc Jacobs e Tom Ford – ognuna con il proprio stile, le proprie fragilità e la stessa, bruciante ambizione di ridefinire il sogno del lusso contemporaneo.
Il legame tra stile, abbigliamento e identità sociale è al centro della serie Moda – Una rivoluzione italiana, prodotta da Sky. In quattro episodi, la docuserie ripercorre la storia del nostro Paese dagli anni Venti a oggi, osservandola attraverso un punto di vista inedito: quello della nascita e dell’affermazione del Made in Italy. Un viaggio nel tempo che mostra come la moda abbia saputo interpretare, meglio di qualsiasi altra forma d’arte, i cambiamenti economici, culturali e sociali dell’Italia del Novecento. Dalle prime sartorie ai grandi marchi internazionali, una narrazione che intreccia eleganza e identità, creatività e spirito nazionale, raccontando come lo stile italiano sia diventato un linguaggio universale.
Se la moda entra nei film come elemento narrativo, sono poi gli stilisti a conquistare lo schermo, raccontando sé stessi in pellicole che ne svelano la genialità e la fragilità. Tra i titoli imperdibili da ricordare, Valentino – The Last Emperor (2008) di Matt Tyrnauer, frutto di oltre 250 ore di riprese che alternano passerelle e momenti privati, restituendo il ritratto intimo di un artista impareggiabile del Made in Italy. Un racconto che è anche una storia d’amore e di sodalizio, quello con Giancarlo Giammetti, compagno di vita e di lavoro per oltre cinquant’anni. Altro ritratto d’autore è Very Ralph (2019), dedicato a Ralph Lauren, l’uomo che ha definito lo stile americano trasformando la sua visione in un impero, ma senza mai perdere quella misura e quella umanità che lo rendono ancora oggi amatissimo. E non mancano le docu-serie più contemporanee, targate Netflix, che indagano i lati oscuri e le contraddizioni del fashion system: da White Hot – L’ascesa e la caduta di Abercrombie & Fitch a Trainwreck: il culto di American Apparel, cronache di un’industria capace di reinventarsi tra scandali, ossessioni e rinascite.
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