Libri d'Autunno. Le migliori tra una tazza di té e il caminetto acceso
Con l’arrivo dell’autunno tornano il piacere della lettura e il tempo lento. Ecco i libri perfetti per accompagnare le giornate più fresche avvolti da pagine che scaldano come una coperta
C’è un momento dell’anno in cui il ritmo rallenta e la voglia di leggere torna prepotentemente a farsi sentire. E’ l’autunno, la stagione del raccoglimento, del rientro, del tempo per sé, quello in cui un libro aperto accanto a una tazza di tè diventa il simbolo di un equilibrio ritrovato. Fuori la pioggia batte lieve, dentro il profumo del legno e il calore di una coperta scaldano l’anima. È in questo scenario che le storie trovano la loro voce più intima muovendosi tra romanzi da scoprire, trame che invitano alla riflessione o, più semplicemente, letture capaci di farci compagnia magari con qualche brivido annesso. Dalle novità appena uscite ai titoli che stanno già conquistando i lettori, ecco una selezione di libri per accogliere la stagione più contemplativa dell’anno, in un invito alla lentezza, al piacere del racconto e a quel senso di quiete che solo una buona lettura sa regalare
L’ULTIMO SEGRETO di DAN BROWN (Rizzoli)
Robert Langdon è tornato – e con lui il suo geniale autore, a 8 anni di distanza dal Origin. E l’attesa non poteva essere ricompensata meglio. Ne L’ultimo segreto Dan Brown arriva nella Praga più enigmatica, città di alchimisti, ombre e meraviglie, dove si trova Langdon insieme a Katherine Solomon, studiosa di scienze noetiche e sua compagna, che improvvisamente scompare senza lasciare traccia. Tutto lascia pensare fuorché a un semplice rapimento perché forze oscure, attive fin dall’alba dei tempi, sembrano essere all’origine del mistero. Facendo lo slalom tra castelli gotici, cattedrali vertiginose e labirinti sotterranei, Langdon si addentra nel cuore segreto della città per riportare alla luce verità rimaste sepolte da secoli. Ma la sfida che lo attende sarà diversa da tutte le altre: una corsa contro il tempo per salvare Katherine, il suo manoscritto e, forse, l’intera umanità. Un romanzo ambizioso, dalla trama ricca e accattivante, capace di tratteggiare una meravigliosa avventura da vivere al cardiopalma insieme ai suoi protagonisti. Pronti a correre?
IL CERCHIO DEI GIORNI di KEN FOLLETT (Mondadori)
Ken Follett torna con un’epopea che intreccia storia e immaginazione in un romanzo che nasce alle origini stesse della civiltà, nel cuore del Neolitico, un grande affresco narrativo che dà voce a chi, con mezzi primitivi e sogni immensi, ha eretto un monumento destinato a sfidare i millenni. Ambientato intorno al 2500 a.C., alle origini di Stonehenge, il protagonista è Seft, giovane cavatore di selce che attraversa la Grande Pianura con la sua famiglia per partecipare al Rito di Mezza Estate, la cerimonia che riunisce tutte le tribù della regione. Sogna di rivedere Neen, la ragazza di cui è innamorato, e di sfuggire a un padre violento e ai fratelli crudeli.
Neen appartiene a una famiglia di pastori prosperi, mentre sua sorella Joia, destinata al sacerdozio, immagina un monumento grandioso, un cerchio di pietre che unisca il cielo e la terra. Tra lei e Seft nascerà un’alleanza che trasformerà quella visione in realtà
ma la siccità e le tensioni tra clan minacciano la sopravvivenza della Grande Pianura, e un atto di violenza innescherà una guerra sanguinosa. Sullo sfondo di un mondo arcaico in bilico tra fede e sopravvivenza, Follett costruisce un racconto epico avvincente, in cui la nascita di Stonehenge diventa simbolo stesso della capacità umana di creare, resistere e immaginare anche nei momenti più oscuri.
LA VOLTA GIUSTA di LORENZA GENTILE (Feltrinelli)
Con La volta giusta, Lorenza Gentile conferma la sua preziosa capacità di raccontare il momento in cui tutto si ferma e la vita, finalmente, chiede di essere scelta. Le sue protagoniste sono persone comuni che trovano il coraggio di deviare dal percorso tracciato per cercare la propria strada e forse è per questo che le sue storie risuonano tanto, perché parlano di un bisogno profondo e condiviso, quello di smettere di adattarsi e cominciare davvero a vivere. Lucilla, voce narrante del romanzo, si trasferisce in un minuscolo paese sulle Alpi Marittime dopo aver vinto un bando per gestire un bar, un piccolo supermercato e una locanda. L’idea era di partire insieme al fidanzato Enrico, ma lui, all’ultimo, decide di non seguirla. Così Lucilla si ritrova sola, con un impegno enorme e un futuro tutto da reinventare, in un borgo dimenticato in mezzo alla natura. Mentre fa i conti con le delusioni sentimentali e con le proprie fragilità, incontra una piccola comunità di personaggi che la aiuteranno, ognuno a modo suo, a ritrovare fiducia e radici: l’anziano Eliseo, la generosa Nives, il misterioso turista giapponese Daisuke e Libero, ruvido e ironico, ma sempre pronto a tenderle una mano. Nel corso delle stagioni, Lucilla riscoprirà sé stessa, facendo pace con un’infanzia segnata dall’abbandono e imparando che non esistono scelte giuste o sbagliate, esistono solo le proprie scelte, quelle che ci rendono più autentici. Il risultato è un romanzo sulla libertà, sulla resilienza e sull’arte di cominciare da capo quando arriva, finalmente, la volta giusta.
NOSTRA SOLITUDINE di DARIA BIGNARDI (Mondadori)
“Beata solitudine e solitudine nera sono due facce della stessa medaglia”, scrive la Treccani, “ma bisogna essere riposati e sicuri di sé per godersi la faccia giusta”. Da questa consapevolezza parte Daria Bignardi nel suo nuovo libro, una sorta di personal essay che indaga l’inquietudine di chi desidera fare i conti con sé stesso ma fatica a sentirsi legittimato a farlo. Perché — si chiede l’autrice — come possiamo permetterci la tristezza, se il mondo soffre, se altrove si combatte o si muore? Ma la solitudine, ricorda Bignardi, non è una questione privata, è un fatto collettivo, sociale, politico. Con il suo tono diretto e insieme intimo, guarda più alla sociologia che alla psicologia, convinta che “il personale è politico” e che solo nel sentirsi parte di una comunità si ritrovi quella connessione viva con il mondo “non addomesticato”, quello che vibra nei libri, negli artisti, negli animali, nei luoghi estremi e nelle persone che resistono. Così attraversa il Vietnam, l’Ucraina, Gerusalemme e la Cisgiordania, fino alle foreste dell’Uganda, dove assiste a un’operazione al cuore di un neonato. Viaggia per capire, per ascoltare, per misurarsi con la fragilità umana, mentre tenta di liberarsi dalla schiavitù dei social network senza rinunciare ai piccoli legami quotidiani: un messaggio WhatsApp, un Wordle con le nipoti, una chiacchiera con le amiche, perfino un flirt. Ne emerge il ritratto di una solitudine affollata, mai disperata, che si apre alla speranza e alla possibilità di ritrovare negli altri — e nei libri — una forma di connessione autentica e consapevole.
LA TERRA D’INVERNO di ANDREW MILLER (NN Editore)
Inghilterra, fine anni Sessanta. Nell’inverno più gelido del secolo, tra campagne innevate e silenzi sospesi, si consuma la vicenda di un romanzo intenso e malinconico che esplora le fragilità umane, i desideri taciuti e le crepe nascoste dietro la normalità. Eric Parry è un medico di campagna, fiero delle proprie origini modeste e legato a una vita ordinata accanto alla moglie Irene, donna bella, devota e apparentemente serena. Ma sotto quella calma di superficie si cela un segreto: Eric ha un’amante, Alison, donna sposata e madre infelice, che risveglia in lui la voglia di fuga e di libertà. Nel frattempo, in paese, arrivano Bill e Rita, giovani sposi partiti da Londra per reinventarsi come contadini. Ma l’idillio rurale si rivela presto fragile. Rita, segnata da un passato difficile, trova conforto nell’amicizia con Irene, mentre la sua salute mentale inizia a vacillare. Tutto precipita quando un giovane paziente dell’asilo muore per un farmaco prescritto da Eric, in un evento che infrange gli equilibri e porta a galla colpe, paure e verità taciute. Tra drammi privati e un finale sospeso tra sogno e realtà, La terra d’inverno è un romanzo corale e profondo, che racconta con rara sensibilità le ombre dell’animo umano e la fatica di chi cerca di sfuggire al proprio destino, anche quando il passato pesa come un fardello e il futuro sembra non voler arrivare.
UMANE BUGIE di ROMY HAUSMANN (Giunti)
Julie Novak è scomparsa il 7 settembre 2003. Da allora la sua famiglia è rimasta sospesa nel dolore, divisa tra speranza e rassegnazione. Solo il padre, Theo, non ha mai smesso di cercarla. Quando, vent’anni dopo, una giornalista che cura un podcast di true crime lo contatta sostenendo di aver trovato una nuova pista, Theo capisce che questa potrebbe essere la sua ultima possibilità. Ha settantaquattro anni, è un ex cardiochirurgo stimato, ma la memoria comincia a tradirlo: l’avanzare della demenza cancella i ricordi, distorce il presente, confonde i confini tra verità e illusione tanto da non fargli distinguere ciò che è accaduto da ciò che immagina. Ma nulla attenua il suo bisogno di sapere. Accanto a lui c’è la figlia Sophia, che cerca di proteggerlo, consapevole però che nulla sia più crudele dell’incertezza. Hausmann costruisce un thriller psicologico di rara intensità, in cui la tensione non nasce solo dal mistero, ma dalla fragilità della mente umana e dal dolore di un padre che non si arrende. Un romanzo sulla memoria, sulla colpa e sull’amore che resiste al tempo anche quando la realtà sembra scivolare via.
PROVA A SFIDARMI DI MEGAN ABBOTT (Bollati Boringhieri)
Con Prova a sfidarmi, Megan Abbott, amatissima anche da Stephen King, conferma di essere una delle voci più potenti del thriller contemporaneo. Ambientato nei corridoi di un liceo americano, il romanzo indaga le zone d’ombra dell’adolescenza — amicizia, competizione, desiderio di potere — con una tensione psicologica implacabile. Addy Hanlon e Beth Cassidy sono inseparabili e dominano la squadra di cheerleader, finché l’arrivo della nuova coach, la carismatica Colette French, sconvolge gli equilibri. L’ammirazione si trasforma in ossessione e un improvviso omicidio porta alla luce verità insospettate. Con la sua scrittura elegante e tagliente, Abbott costruisce un thriller magnetico e inquieto che esplora la lealtà femminile, la manipolazione e la sottile linea che separa l’amore dal controllo dando vita a un racconto di rara intensità che trasforma la competizione adolescenziale in una riflessione inquieta sulla dipendenza affettiva e sul prezzo della lealtà.
SOTTO MENTITE SPOGLIE di ANTONIO MANZINI (Sellerio)
Ad Aosta è quasi Natale e per Rocco Schiavone non potrebbe esserci periodo peggiore. Luci intermittenti, cori stonati, pupazzi gonfiabili e frenesia da regali: l’inverno valdostano lo trova più scontroso che mai, immerso in un clima che amplifica il suo disincanto. Eppure, anche tra la neve e il sarcasmo, la vita del vicequestore non smette di intrecciarsi con la cronaca nera. Una rapina finita male lo espone al ridicolo sui giornali, un cadavere incatenato affiora da un lago, un chimico scompare nel nulla. Sullo sfondo, il gelo dei rapporti personali: Marina è sempre più lontana, e la solitudine pesa come il freddo che avvolge la città. Ma qualcosa si muove. Sandra sta meglio, la squadra cresce, i colleghi imparano, i superiori — forse — comprendono. Così Schiavone, amareggiato ma mai domo, continua a camminare tra neve e ombre, oscillando tra ironia e malinconia, tra la stanchezza e la forza di chi, nonostante tutto, non smette di cercare giustizia. Antonio Manzini firma un nuovo capitolo intenso e umano in cui la neve di Aosta diventa metafora perfetta della condizione di Rocco, una coltre fredda che nasconde, ma non cancella, ciò che brucia sotto.
INSONNIA di BERNARD HENRY LEVY (La Nave di Teseo)
In una notte parigina che sembra non finire mai, Bernard-Henri Lévy trasforma l’insonnia — compagna fedele e nemica invisibile — in un esercizio di pensiero e di memoria racchiudendolo in un libro in cui la mancanza di sonno diventa spazio mentale, occasione di lucidità e di dialogo interiore. Tra riflessioni e ricordi, l’autore intreccia figure amate e assenze dolorose, paure private e ferite collettive. Dalla Parigi silenziosa alla Sarajevo devastata, da Lévinas a Shakespeare, da Freud a Pasolini, ogni nome e ogni luogo si fanno frammento di una meditazione che oscilla tra filosofia e politica, tra intimità e coscienza civile. Il risultato è una sorta di intensa veglia letteraria che invita a pensare, a restare desti, a non smettere di interrogarsi, un libro che si legge come un flusso di coscienza lucido e vibrante. È così che la notte non è più un’assenza di luce, ma il luogo in cui il pensiero trova la sua forma più nitida e i pensieri sparsi sono l’occasione per scoprire più in profondità un intellettuale magnetico, capace di sfuggire a ogni definizione fuorché a una, quella di essere assolutamente geniale.
LA VITA FACILE di AISLING RAWLE (edizioni e/o)
Un Grande Fratello traslato in un romanzo? Sicuramente molto di più e per scoprirlo è sufficiente immergersi nella storia di Lily, ventenne bella e annoiata, che si risveglia in un complesso isolato nel deserto insieme ad altri concorrenti di un popolarissimo reality show. Per vincere dovrà resistere più a lungo di tutti, affrontando prove sempre più difficili e ottenendo in cambio ricompense di lusso- champagne, abiti griffati, gioielli – immersa in uno scenario di solo sabbia e incendi lontani, unico segno di un mondo esterno in rovina da cui la ragazza non ha alcuna voglia di tornare. Sotto l’occhio costante delle telecamere, i rapporti fra i concorrenti si intrecciano, si incrinano e si fanno via via più intensi finché Lily non potrà più nascondersi dietro la sua apparente indifferenza e sarà costretta a scegliere quale parte di sé mostrare, o sacrificare, pur di vincere. Perché in questo gioco, dove tutto è spettacolo e ogni emozione è merce, chi trionfa si prende davvero tutto.
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