Rendimento dei BOT (Buoni Ordinari del Tesoro): cosa devi sapere su questi titoli di stato e come acquistarli
Il mondo degli investimenti è intricato e sapersi orientare correttamente al suo interno può essere una vera e propria sfida. Conoscere le logiche che regolano questo settore così sfaccettato e comprendere le implicazioni dei suoi diversi strumenti ci permette di prendere decisioni più consapevoli, proteggendo il nostro portafoglio e rendendo più profittevoli le nostre operazioni. Quando si parla di investimenti tra le soluzioni più sicure e in potenza remunerative rientrano i BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), titoli di stato a breve termine emessi dal Tesoro italiano. Questi rappresentano un modo semplice per far fruttare i propri risparmi proteggendoli, visto che i rischi legati al mercato vengono ridotti grazie alla garanzia dello stato. Il rendimento dei BOT non deriva da cedole periodiche, ma bensì dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore nominale rimborsato alla scadenza. Approfondiamo più nel dettaglio in cosa consistono questi titoli di stato, come acquistarli e altri aspetti importanti da tenere in considerazione.
In cosa consistono i Buoni Ordinari del Tesoro
I BOT consistono in titoli a breve termine emessi dallo stato allo scopo di finanziare il debito pubblico. Si tratta di strumenti ideali per chi cerca un investimento sicuro, tenendo conto che il rimborso è garantito dallo stato stesso. Puntare su questi titoli significa avere un rischio minore ma, dall’altro lato, ottenere rendimenti più contenuti rispetto ad altri titoli e forme statali di lungo periodo come i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali), della durata tra i 3 e i 30 anni, che invece prevedono un tasso nominale fisso, pagato con cadenza semestrale come cedola, e sono rimborsabili in una sola soluzione alla scadenza.
I Buoni Ordinari del Tesoro si contraddistinguono per la loro durata breve, generalmente tra i 3, 6 e 12 mesi, e per il fatto che non prevedono interessi periodici. Il guadagno derivante dai BOT è dettato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore rimborsato alla scadenza. Trattandosi di titoli emessi dallo stato e rimborsati a valore nominale, il loro rendimento effettivo è dettato dal momento della loro emissione o acquisto sul mercato. Per capire quanto frutterà realmente l’investimento in BOT, è importante considerare il rendimento nominale e quello reale: il primo indicata il guadagno teorico che si ottiene alla scadenza, calcolato come la differenza tra il valore rimborsato del titolo e il prezzo di acquisto, mentre il secondo tiene conto dell’inflazione. Quando quest’ultima supera il rendimento nominale, il potere d’acquisto del capitale diminuisce, anche se nominalmente si registra un guadagno. Inoltre, bisogna tenere conto come su BOT si applichi un’imposta sostitutiva del 12,5% sul guadagno maturato, che riduce il rendimento effettivo.
I BOT e il loro funzionamento
I BOT vengono emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) tramite delle aste, in cui partecipano gli intermediari finanziari per conto dei loro clienti. Le aste possono essere competitive, in cui chi offre un prezzo maggiore ottiene il titolo, oppure non competitive, destinate solo ai piccoli investitori, che ottengono i titoli al rendimento medio dell’asta. Le aste si tengono in mercati regolamentati, quali il Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di stato (MOT), per lotti pari o sopra a 2,5 milioni di euro, e il Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di stato (MOT) con lotti minimi che partono da 1.000 euro.
I BOT sono titoli zero coupon e ciò significa che rispetto ad altri investimenti non pagano interessi periodici. Questi strumenti vengono comprati a un prezzo inferiore rispetto al valore nominale che sarà rimborsato nel momento della scadenza: non vengono quindi previsti flussi di cassa nel tempo, visto che il guadagno dell’investitore deriva tutto dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore nominale. Pertanto, si investe solo una volta e alla scadenza si ottiene un rimborso del capitale e dell’interesse maturato. I Buoni Ordinari del Tesoro, essendo garantiti dallo stato, comportano una maggiore sicurezza e un loro altro vantaggio sta nel fatto che possono essere venduti prima della scadenza sul mercato secondario.
Tuttavia, va sottolineato come di contro le variazioni dell’inflazione potrebbero incidere sul rendimento reale dei BOT. Inoltre, vendendo i titoli prima della scadenza si è esposti a oscillazioni di prezzo, rischiando di incassare potenzialmente anche meno di quanto investito. Il rendimento dei Buoni Ordinari del Tesoro è influenzato anche dalle politiche monetarie in corso e dalle condizioni del mercato: ad esempio, nel 2025, gli interventi espansivi adottati, tra cui tagli dei tassi di interessi, hanno spinto i rendimenti verso il basso.
Come acquistare i Buoni Ordinari del Tesoro
Per chi ricerca un investimento sicuro e a breve termine, i BOT rappresentano una risorsa ottimale. Questa scelta è ideale se si desidera preservare il proprio capitale e ottenere un rendimento nel tempo costante, al contrario di chi è alla ricerca di strumenti maggiormente remunerativi.
Esistono diverse modalità per investire nei BOT, tra cui partecipare a un’asta indetta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per prendervi parte è necessario rivolgersi a un intermediario finanziario autorizzato, come ad esempio broker, banche o società di intermediazione: la richiesta deve essere inoltrata in anticipo, almeno il giorno lavorativo prima dell’asta. Nel momento in cui l’intermediario presenta la richiesta, se l’offerta viene accettata, i titoli vengono accreditati sul conto titoli del risparmiatore. Per svolgere questa operazione è necessario avere un conto titoli attivo presso la propria banca, che servirà sia per l’acquisto che per la gestione dei BOT fino alla scadenza.
Altra possibilità è acquistare il BOT sul mercato secondario, mediante a una negoziazione successiva alla sua emissione, caso in cui il prezzo varia a seconda della domanda e offerta. In questa situazione il prezzo dei titoli varia a seconda della domanda e dell’offerta e quindi il rendimento effettivo differisce rispetto a quello ottenuto all’asta.
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