Le migliori mostre da vedere a ottobre
Ottobre 2025 offre un panorama culturale straordinario per gli amanti dell’arte in Italia, tra mostre imperdibili e retrospettive di maestri senza tempo. Firenze celebra il ritorno di Beato Angelico, Milano ospita le sperimentazioni visionarie di Man Ray e l’eleganza neoclassica di Andrea Appiani, mentre Parma dedica attenzione al dinamismo futurista di Giacomo Balla. Non mancano le atmosfere bohémien e la vivace Parigi della Belle Époque raccontata da Toulouse-Lautrec a Firenze, e le suggestioni esotiche di Paul Gauguin a Roma. Scopri tutte le esposizioni principali del mese e lasciati guidare tra capolavori e innovazioni artistiche lungo l’Italia.
Dopo 70 anni Beato Angelico torna a Firenze
A Firenze è stata inaugurata lo scorso 26 settembre una retrospettiva, assolutamente da non perdere, dal titolo Beato Angelico, dedicata ad uno dei grandi maestri del Rinascimento: Fra Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico (1395 -1455).
Tra Palazzo Strozzi ed il Museo di San Marco, fino al 25 gennaio 2026, sono esposti i capolavori provenienti da importanti musei e collezioni private di tutto il mondo, oltre che dalle chiese del territorio.
Anche attraverso il confronto con opere di altri maestri dell’epoca, tra cui pittori, come Masaccio e Filippo Lippi, o scultori, quali Lorenzo Ghiberti e Luca della Robbia, l’esposizione punta ad esplorare l’evoluzione dell’ arte di Beato Angelico ed il suo impatto sul Rinascimento.
L’artista ha coniugato elementi tardogotici con le innovazioni del Rinascimento, creando un linguaggio artistico personale e innovativo. L’uso sapiente del colore e la luce diffusa conferiscono alle scene un’atmosfera mistica ed alle figure, pur essendo realistiche, una dimensione sospesa e spirituale. Ne deriva un senso di calma e di armonia che invita alla meditazione ed alla esplorazione interiore.
Le sperimentazioni di Man Ray in mostra a Milano
Attraverso circa trecento opere, tra capolavori, come Le Violon d’Ingres o Noire et blanche, nudi e ritratti iconici, fotografie, disegni, rayografie, film sperimentali, ready-made, l’ampia mostra ci fa riscoprire il grande artista statunitense Man Ray (1890-1976).
Pittore, fotografo, regista e sperimentatore, Man Ray è stato uno degli esponenti più innovativi ed influenti delle avanguardie artistiche del Novecento.
Dopo aver fondato, insieme a Marcel Duchamp, il Dada newyorkese, nel 1921 si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con i surrealisti.
Nel suo studio parigino si concentrò soprattutto sulla fotografia e pubblicò i primi rayogrammi, delle immagini fotografiche, ottenute senza la macchina fotografica, ma appoggiando gli oggetti su carta fotosensibile e lasciandoli impressionare dalla luce. In questo modo è riuscito ad ottenere degli effetti artistici del tutto particolari per i contorni eterei e per il gioco di luci ed ombre.
Sebbene Man Ray sia principalmente noto per le sue innovazioni fotografiche, nella mostra di Palazzo Reale potrete ammirare le sue sperimentazioni non solo in quell’ambito, ma anche in quello del cinema, della pittura e della scultura.
Appiani: il neoclassicismo a Milano
Dal 23 settembre 2025 all’11 gennaio 2026, Palazzo Reale di Milano ospita un’altra importante mostra, dedicata ad Andrea Appiani (1754 – 1817): Appiani. Il Neoclassicismo a Milano.
Con oltre 100 opere l’esposizione ripercorre l’intera carriera dell’artista, mostrando la sua influenza sulla cultura della Milano del periodo.
Nominato da Napoleone “Primo pittore” del Regno d’Italia, Andrea Appiani fu un esponente di spicco del Neoclassicismo italiano, un movimento artistico e culturale, sviluppatosi tra la metà del XVIII secolo e l’inizio del XIX.
Nato come reazione alle esagerazioni del Barocco e del Rococò, il nuovo stile proponeva un ritorno all’ordine, all’ armonia ed all’equilibrio dell’arte classica. Ne sono un esempio i ritratti, gli affreschi monumentali e le medaglie di Appiani che si distinguono per l’arte raffinata, armoniosa ed elegante.
Giacomo Balla a Parma
Oltre 60 opere, tra dipinti e disegni, sono arrivate da Roma al Palazzo del Governatore di Parma per la mostra, Giacomo Balla. Un universo di luce, aperta dal 10 ottobre 2025 al 1° febbraio 2026.
La retrospettiva presenta una panoramica sulla carriera di Balla (1871-1958): dalla sue prime opere di stampo divisionista, alla stagione futurista, fino alla fase figurativa degli anni quaranta. L’iter espositivo si articola attraverso tredici sale secondo un ordine tematico e cronologico.
Tra le opere più significative del primo periodo divisionista spicca il Polittico dei viventi (1903-1905), dove, su pannelli singoli, sono rappresentate le tristi condizioni di quattro figure marginali: La pazza, I malati, Il contadino e Il mendicante. L’opera più interessante è indubbiamente La pazza, dove è raffigurata una donna dal corpo magro e trascurato, dai gesti impulsivi e nervosi che lasciano trasparire la sua sofferenza psichica.
Quando, nel 1909, Balla aderì al movimento futurista, cambiò i temi ed il suo linguaggio artistico. Si interessò alla velocità ed al movimento e riuscì a rappresentarli sulle sue tele attraverso la scomposizione delle forme e la ripetizione delle linee. Ne è un esempio Dinamismo di un cane al guinzaglio, una delle sue opere più famose, in cui ha raffigurato varie zampe del cane, per rendere l’idea della successione delle fasi che compongono il movimento.
In mostra sono presenti i bozzetti futuristi, come I ritmi dell’archetto, le Compenetrazioni iridescenti, primo esempio di astrazione geometrica, e le “linee di velocità” che rendono l’idea del dinamismo.
La Belle Époque attraverso le opere di Toulouse-Lautrec
Pittore ribelle, ironico ed anticonvenzionale, Henri de Toulouse-Lautrec (1864–1901) ha saputo rappresentare, con ironia ed acuta osservazione, la vita notturna e lo spirito bohémien e spensierato di Montmartre e della Parigi della fine dell’800, la Parigi della Belle Époque. E’ stato un periodo di spensieratezza generale, di ottimismo e di fiducia nel progresso tecnologico che aveva favorito la ripresa industriale ed economica.
Possiamo immergerci in quelle atmosfere, visitando Toulouse-Lautrec. Un viaggio nella Parigi della Belle Époque, la grande mostra allestita al Museo degli Innocenti di Firenze, dal 27 settembre al 22 febbraio 2026.
Con oltre 170 opere di Toulouse-Lautrec Firenze celebra un artista straordinario, ma anche un momento storico di rivoluzioni culturali e sociali in una società sempre più industrializzata.
Contribuiscono a ricreare l’atmosfera frenetica del periodo non solo i quadri, ma anche le litografie a colori (come Jane Avril, 1893), i manifesti pubblicitari (come Troupe de Mademoiselle Églantine del 1896 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), le illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895), oltre ai disegni e materiali dell’epoca.
A Roma una particolare mostra su Paul Gauguin
A Roma, al Museo Storico della Fanteria è in corso un’interessante mostra, Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure, aperta fino al 26 gennaio 2026.
L’esposizione, che racconta il viaggio artistico ed esistenziale di Paul Gauguin (1848-1903), prende spunto da Il diario di Noa Noa, che l’artista francese aveva scritto nel1893-1894, dopo il primo soggiorno a Tahiti.
La mostra illustra il legame profondo di Gauguin con la Polinesia francese, la cui cultura esotica e primitiva rivoluzionò la sua vita ed il suo stile artistico. Solo in quel mondo primitivo ed incontaminato, lontano dal progresso, dai condizionamenti e dalle imposizioni della società occidentale, Gauguin si sentì veramente libero e riuscì a trasmettere nell’arte la sua autenticità. L’allontanamento dai condizionamenti artistici dell’epoca gli hanno permesso un’espressione artistica più emotiva, caratterizzata da forme semplici e da colori accesi, stesi in grandi campiture piatte, come dimostrano i capolavori presenti, quali l’olio su tela Femme de Tahiti (1891) o l’acquerello Paysage Tahitien (1891). Quel paradiso esotico che l’artista ha rappresentato, però, ha poco di idilliaco: sotto i gialli intensi ed i blu brillanti ci sono sempre quei tormenti e quei demoni che lo hanno spinto ad un’eterna fuga.
In mostra sono presenti anche le stampe litografiche, in facsimile, che si trovano nell’ultimo libro, Avant et Après, scritto dall’artista due mesi prima di morire. E’ una specie di taccuino personale dove Gauguin racconta i suoi ricordi ed i suoi rapporti di amicizia con artisti del tempo, come Vincent Van Gogh o Émile Bernard. Tra le sue pagine troviamo anche un attacco alla moralità borghese europea ed alle autorità coloniali e religiose della Polinesia. Avant et Après è anche un manifesto artistico dove Gauguin ha annotato le sue riflessioni sull’arte, sulla pittura e sulla poesia, sostenendo il valore dell’arte primitiva.
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