Ex docente di lettere italiane, latine e greche al liceo ed ex opinionista dell' Avvenire, attualmente mi occupo sia di problemi sociali, scrivendo libri ed articoli sulla parità di genere, sia coltivo la mia passione umanistica, pubblicando articoli e saggi di critica letteraria e di critica d’arte.
Il 22 giugno 2025 è morto a Milano Arnaldo Pomodoro, uno dei più grandi scultori italiani contemporanei. Era nato nel 1926 a Morciano di Romagna ed era il fratello maggiore di Giò Pomodoro, anch’egli scultore, scomparso nel 2002.
Nel 1966 l’artista aveva realizzato per l’Expo di Montreal una sfera dal diametro di 3,5 metri, che ora si trova a Roma, di fronte alla Farnesina. Quello fu l’anno di inizio delle sue enormi sculture dalle forme geometriche, installate, per volontà dello scultore, negli spazi pubblici. Pomodoro, infatti, partiva dal presupposto che l’arte non doveva essere rinchiusa nei musei, ma doveva colloquiare con la gente e con la realtà, diventando sia un elemento di arricchimento e di trasformazione dell’ambiente urbano, sia un elemento di riflessione.
Oltre alla scultura, Pomodoro ha creato delle scenografie per il teatro ed ha insegnato in America, alla Stanford University e al Mills College. Nel 1995 ha dato vita alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, per promuovere momenti di confronto e di approfondimento sull’arte contemporanea, ma anche perché fosse un laboratorio, fruibile da tutti e non solo dagli artisti.
Le famose Sfere diArnaldo Pomodoro
Arnaldo Pomodoro ha realizzato delle sculture in bronzo, il suo materiale preferito, ispirate alla geometria solida: sfere, dischi, piramidi, coni, colonne, cubi. E’ diventato un artista di fama mondiale soprattutto grazie alle sue Sfere, caratterizzate dall’esterno levigato e perfetto e da un intricato e caotico meccanismo interno.
Queste iconiche creazioni si trovano esposte nei luoghi più prestigiosi, come davanti alla Farnesina a Roma, nel cortile dei Musei Vaticani, nella sede delle Nazioni Unite a New York, al Trinity College di Dublino, al Museo Hirshhorn di Washington, nella “sua” Milano o a Pesaro, dove un’imponente Sfera, una fusione in bronzo del 1998, è adagiata sulla superficie dell’acqua di una fontana, rivolta verso il mare.
Il significato simbolico delle sue Sfere
Abbiamo visto che la forma di elezione delle sculture di Arnaldo Pomodoro è quella sferica, perché, con il suo movimento circolare, rimanda al divenire continuo, all’idea di rinascita, all’universo ed alla psiche umana, ma soprattutto con la sua forma perfetta, priva di spigoli, evoca l’idea di perfezione e di armonia.
Questa perfezione, però, viene continuamente messa in discussione dalle fenditure e dalle lacerazioni che Pomodoro realizza su una geometria perfetta. Scomponendo e aprendo le sue Sfere,l’artista invita l’osservatore a capire il mistero che si cela oltre l’apparenza ed afarci riflettere sul divario tra l’ apparenza perfetta e la struttura ingarbugliata.
Questa dualità ci interroga non solo sulla differenza tra l’esteriorità, che poi è solo perfezione apparente, ed il mistero sottostante o anche tra la materia e le trasformazioni della modernità, ma soprattutto sull’inganno consueto, per dirla con Montale. Per il poeta la realtà sensibile è, infatti, una vana apparenza, mentre ci sfugge la comprensione della realtà autentica che è sottostante. Tra l’altro la superficie sferica e lucida, con la sua convessità, riflette la realtà circostante, ma lo fa in modo deformato, per cui ci offre un mondo riflesso e non il mondo reale.
Quell’interno scavato può essere letto anche come metafora dell’uomo, delle sue contraddizioni interne, come la lotta tra la ragione ed i sentimenti, tra l’essere individuo, cioè un’isola a sé stante, e l’essere persona, ovvero parte della società.
C’è, però un elemento importante da considerare: all’interno delle sfere lacerate di Pomodoro c’è un ingranaggio macchinoso. Questo fa pensare ad un quid, chiamiamolo anima, spirito, motore, che comunque è energia, è slancio vitale, è tensione verso la perfezione.
L’artista, allora, ha voluto evidenziare, con le sue costruzioni, non tanto il contrasto, ma il contatto tra la materia e lo spirito, tra la fisica e la metafisica. Ne è un esempio lampante la Sfera con Sfera che, con la forma di una sfera che ne contiene un’altra, può essere un potente simbolo di rinascita.
Oltre alla serie delle Sfere, vediamo qualche altra opera tra quelle più significative di Arnaldo Pomodoro.
“Novecento”: una moderna rivisitazione di un obelisco
Novecento è un’opera in bronzo, a forma di spirale, commissionata dal comune di Roma in occasione del Giubileo del 2000, ed inaugurata nel 2004.
La forma a spirale, oltre a conferire slancio e bellezza alla costruzione, è un simbolo dello scorrere del tempo. Con quest’opera Pomodoro, attraverso sagome astratte, torsioni, alternati da spazi vuoti, ha voluto rappresentare il Novecento, come suggerisce il titolo, un secolo complesso e contraddittorio, fatto di conquiste, ma anche di catastrofi.
Il cono spiraliforme, vuoto all’interno, contiene un sistema di illuminazione che, attraverso un gioco di luci, lo rende particolarmente suggestivo, facendo risaltare soprattutto l’elegante aspetto ascensionale.
“Cuneo con frecce”
Cuneo con frecceè un imponente cuneo di bronzo, alto 5 metri, a sezioni triangolari, su cui sono conficcate tantissime piccole frecce. La sua punta colpisce il centro di una vasca d’acqua rotonda del diametro di 4 metri, denominata Fonte dinamica.
La scultura, realizzata per la SMAT (Società Metropolitana Acque Torino), è collocata a Torino, all’ingresso della sede della Società, ed è stata inaugurata il 1° dicembre 2007.
La forma del cuneo richiama quella di una trivella, che, raggiunta la fonte, fa sgorgare l’acqua, che viene usufruita dall’intera comunità.
Oltre alla forma imponente, il riflesso sul bronzo dell’ increspatura della superficie dell’acqua crea uno spettacolare gioco di chiaro-oscuri, di una bellezza particolare.
Il Labirinto a Milano
Il Labirinto è una grande opera ambientale di circa 170 metri quadri. Realizzata tra il 1995 e il 2011e riaperta al pubblico il 20 marzo scorso, si trova nei sotterranei della sede milanese della Maison Fendi.
Quest’ opera, enigmatica ed immersiva, che si ispira all’Epopea di Gilgamesh (il primo poema epico della storia umana, risalente al 2000 a.C.), è un iter nell’arte di Pomodoro e nella storia delle civiltà antiche, a cui egli si era sempre ispirato.
Attraverso un viaggio tra mito, memorie di civiltà scomparse e ricerca di significato dell’esperienza umana, Arnaldo Pomodoro ha voluto sollecitare una riflessione sulla nostra esistenza, individuale e collettiva.
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