10 artisti che hanno cambiato la storia dell'arte: da Leonardo a Picasso
Alcuni artisti più di altri hanno sfidato le convenzioni e le tradizioni, impressionando i loro contemporanei ed influenzando le generazioni successive, ma anche trasformando per sempre il corso della storia dell’arte.
Sono la dimostrazione di come l’arte possa diventare un atto di ribellione, per reinterpretare la realtà e per raccontarla con un linguaggio completamente nuovo.
Analizziamo, attraverso creazioni senza tempo, i contributi di artisti che hanno lasciato un’orma indelebile nella storia dell’arte: dalle innovazioni artistiche di Leonardo da Vinci al rifiuto delle forme classiche da parte di Caravaggio, alle sperimentazioni di Monet, alla rappresentazione del movimento di Degas, alla semplificazione delle forme da parte di Cézanne, fino alla distorsione della realtà di Van Gogh, alle provocazioni concettuali di Marcel Duchamp ed alla scomposizione delle figure di Picasso.
Leonardo da Vinci, il genio dell’arte
Leonardo da Vinci (1452-1519) è una delle figure più illustri del genere umano ed una delle più avvincenti dell’intera storia dell’arte.
Genio del Rinascimento, fu inventore, scienziato e creatore di progetti impensabili per il suo tempo, ma soprattutto è noto, a livello mondiale, per capolavori come La Gioconda e L’Ultima Cena.
La Gioconda, il ritratto più conosciuto di sempre, è diventato una vera icona. Leonardo ha dipinto una scena equilibrata e piena di fascino, in bilico tra passato e futuro, tra realtà e mito. Lo si vede dal perfetto allineamento degli occhi, del naso e della bocca e dal rapporto armonico con lo sfondo. Colpisce, soprattutto, lo sguardo penetrante della donna, realizzato con la tecnica dello “sfumato” che permette il passaggio graduale tra le varie tonalità di colore.
L’Ultima Cena, un affresco che si trova nel convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, è apprezzata, invece, per la prospettiva e la sua innovativa rappresentazione delle emozioni umane.
Oltre alla tecnica dello sfumato Leonardo ha apportato delle innovazioni che hanno modificato il modo di dipingere.
Innanzitutto alla tradizionale prospettiva lineare (che rende le dimensioni degli oggetti) ha aggiunto la “prospettiva aerea”, per creare un maggior realismo, rendendo più dettagliati gli elementi in primo piano e sfocando progressivamente quelli degli sfondi. Ha usato, poi, il contrasto chiaro-scurale, per dare volume e profondità ai suoi soggetti.
Inoltre, grazie ai suoi studi sull’anatomia, è stato il primo artista a rappresentare realisticamente le figure, raffigurando correttamente le varie parti del corpo.
Caravaggio: la rivoluzione in arte
Caravaggio, pseudonimo di Michelangelo Merisi (1571-1610), è stato una delle figure più affascinanti e rivoluzionarie della storia dell’arte.
Si allontanò completamente dalla pittura accademica e idealizzata del Rinascimento e del Manierismo, influenzando profondamente la successiva arte barocca.
Le sue novità riguardano soprattutto lo studio del vero e l’impiego violento della luce. Per la prima volta nella storia dell’arte, Caravaggio ha dipinto le figure in modo più veritiero: i suoi personaggi, infatti, sono persone comuni, con le loro imperfezioni e le loro emozioni.
La luce era per l’artista uno strumento potentissimo, e l’ha utilizzata per far emergere ciò che gli interessava mostrare, oppure la usava per evidenziare una profonda trasformazione spirituale, come per esempio, in La Vocazione di san Matteo, uno dei suoi capolavori.
Ma è la Cena in Emmaus del 1606 l’opera più adatta per comprendere le rivoluzioni introdotte da Caravaggio.
Nel quadro l’artista ha dipinto un episodio, tratto dal Vangelo di Luca, cogliendo il momento esatto in cui Gesù risorto benedice e spezza il pane. La vicenda è raffigurata con grande attenzione ai particolari ed alla differente gestualità dei discepoli. Gli oggetti sulla tavola, inoltre, hanno un forte valenza realistica, ma sottintendono anche significati simbolici, come la “natura morta” che rappresenta sia l’Eucaristia (pane e vino) che la caducità della vita terrena.
La luce invita a focalizzare l’attenzione sulla figura di Cristo, producendo, però, effetti diversi nelle due versioni dell’opera, quella di Londra e quella di Brera. Nella prima la luce conferisce alla scena un aspetto teatrale, mentre nella seconda accentua il senso di sofferenza e di coinvolgimento emotivo.
Claude Monet: figura principale dell’Impressionismo
Claude Monet (1840 –1926) fu uno dei padri dell’Impressionismo. Il nome stesso del gruppo deriva da una sua opera del 1872: Impression, soleil levant, una tela famosissima che raffigura l’atmosfera dell’alba nel porto di Le Havre, nell’alta Normandia.
Monet, come tutti gli impressionisti, propose un’arte rivoluzionaria che, sfidando la rappresentazione tradizionale della realtà, ne cogliesse il continuo cambiamento. Non cercava più la rappresentazione oggettiva del reale, ma l’effetto che la luce aveva su di esso in un determinato momento e le sue variazioni nel corso della giornata e delle stagioni.
Rappresentò, quindi sulla tela non ciò che restava, come era stato fatto fino ad allora, ma ciò che mutava: era un concetto veramente rivoluzionario per tutta la pittura.
Per raggiungere il suo obbiettivo, ha dovuto abolire, perciò, gli elementi della pittura accademica tradizionale, quali la prospettiva geometrica, il disegno preparatorio e le linee di contorno, a favore di una nuova tecnica che si basava sull’uso di pennellate rapide e spezzettate che rendevano la pittura dinamica ed indefinita. E’ proprio questa indeterminatezza che affascina, sia per gli effetti e le suggestioni particolari, creati dai riflessi di luce, ma anche perché trasmette il senso del cambiamento della realtà che è continuamente in fieri. Ne sono un esempio I papaveri del 1873, La stazione di Saint Lazare del 1877, Cattedrale di Rouen del 1894 o San Giorgio Maggiore al crepuscolo del 1908.
Per fissare sulla tela il cambiamento, Monet si trovò costretto a dipingere lo stesso soggetto in condizioni di luce e stagioni diverse, creando delle serie, come quelle delle “Ninfee” o dei “Parlamenti di Londra”.
Edgar Degas: il pittore del movimento
Edgar Degas (1834-1917) fu uno degli esponenti più importanti dell’ Impressionismo.
Sarebbe, però, riduttivo limitare il suo percorso artistico unicamente a questa esperienza. La sua visione dell’arte, infatti, era distante da quella del gruppo. Al contrario degli altri impressionisti, egli non abbandonò mai l’abitudine di realizzare le opere sulla base di un disegno, né tralasciò lo studio della cultura classica, della prospettiva e del realismo.
Fra i vari temi Degas ha privilegiato la raffigurazione del movimento, cosa non facile da rappresentare, vista la staticità e la bidimensionalità della pittura. Eppure egli ci è riuscito benissimo ed il suo contributo alla rappresentazione del corpo umano in movimento è stato fondamentale per l’Impressionismo e per tutta la storia della pittura.
Ricordato come il pittore di ballerine, Degas ha studiato le loro pose, quando erano in movimento. Non era, però, interessato a raffigurarle mentre erano sul palcoscenico, ma nei momenti di riscaldamento e durante le prove, quando le posture delle ballerine erano più spontanee e meno artefatte.
La lezione di danza o La classe di danza è una delle più famose opere di Degas dedicate al tema delle ballerine. Gli atteggiamenti sono molto naturali: chi si aggiusta l’orecchino o l’abito, chi si sta scaldando e chi ripete i passi. Il movimento è reso dalla postura dinamica, dalle linee intricate delle braccia e delle gambe, dagli ampi volteggi e dalla torsione dei busti. Il tutto è realizzato con un uso sapiente del colore e con il taglio fotografico dell’inquadratura che offre all’opera una maggiore dinamicità.
Non solo i volteggi delle ballerine sono stati utili all’artista, per approfondire il movimento, ma anche le corse dei cavalli, che gli permisero di studiare, quasi scientificamente, il movimento delle zampe di quegli animali in relazione anche alla velocità.
Paul Cézanne: un precursore dell’arte moderna
Paul Cézanne (1839-1906), con la sua semplificazione formale e con il suo approccio innovativo alla forma ed alla prospettiva, ha creato le premesse per il Cubismo e per l’arte moderna.
Anche egli fu, inizialmente, un esponente dell’Impressionismo, ma se ne allontanò ben presto, perché non ne condivideva le finalità artistiche.
Cézanne intendeva superare il “transitorio” degli impressionisti, ma soprattutto andare oltre le apparenze, per arrivare all’essenza delle cose. Non voleva, infatti, rappresentare la natura così come la vedeva, ma come era nella realtà.
Secondo il pittore la natura è fatta di forme geometriche primarie: cono, sfera, cilindro. Di conseguenza rappresentava le cose come se fossero fatte di queste forme, che modellava con i colori, creando profondità e rilievo.
Nella sua opera più famosa, I giocatori di carte, realizzata tra il1890 ed il 1895, le figure sono costruite attraverso una semplificazione geometrica: per esempio il cappello, le braccia, il busto di uno dei giocatori hanno forme cilindriche, anche le braccia flesse dei giocatori sono strutturate in modo da formare dei triangoli.
Vincent van Gogh: il precursore dell’Espressionismo
Vincent van Gogh (1853-1890) è famoso per l’uso espressivo del colore e delle pennellate corpose che hanno influenzato l’espressionismo e l’arte moderna.
Egli guardò alla pittura con un intento diverso da quello tradizionale: non rappresentò oggettivamente la realtà, ma soggettivamente attraverso la lente del suo stato d’animo.
Usava pennellate energiche, vorticose, nervose, cariche di colorii puri, vivaci e contrastanti, senza sfumature ed anche stesi direttamente dal tubetto. Utilizzò spesso la tecnica ad impasto, applicando sulla tela strati di colore molto spessi, tali da lasciare grumi di vernice, che evidenziavano la sua forza emotiva ed i suoi conflitti interiori.
Il suo celebre dipinto Notte stellata dimostra come l’artista usasse il pennello con un movimento rotatorio per esprimere la sua tensione emotiva.
Ciò che rende Van Gogh così rivoluzionario sono proprio la sua gestualità nella pittura e l’intensità emotiva che ha trasmesso attraverso il colore.
Notte stellata I Girasoli, Il caffè di notte, Iris, Campo di grano con corvi, I mangiatori di patate, per citare sono alcune delle sue opere, offrono tutte delle immagini vivaci, ma anche molto tormentate, che hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte.
Jackson Pollock: il protagonista dell’espressionismo astratto
Jackson Pollock (1912-1956) è uno dei più grandi artisti dell’Espressionismo Astratto, un movimento nato a New York dopo la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1947 e il 1956, che ha spostato dall’ Europa a New York il centro artistico mondiale.
In opposizione all’arte figurativa ed alle rigide convenzioni dell’arte accademica, Pollock, ha cambiato radicalmente la storia dell’arte. Per lui, infatti, non era importante la rappresentazione, ma liberare le emozioni ed ha trovato nell’astrattismo la modalità migliore per farlo.
Pioniere dell’Action Painting, letteralmente pittura d’azione, utilizzò l’innovativa tecnica del dripping, che divenne emblematica del movimento. Un’ampia tela veniva distesa a terra e su di essa veniva versato o fatto sgocciolare il colore, steso, poi, energicamente con il pennello o con altri strumenti.
Il gioco di colori che esprimono l’energia e il ritmo dei movimenti dell’artista hanno creato composizioni dinamiche, che hanno rivoluzionato la tecnica artistica ed il concetto stesso di arte, come Mural, il suo lavoro più rivoluzionario, Lavender Mist , Ritmo d’autunno e Numero 1A, 1948, Blue Poles o Convergence.
Marcel Duchamp e l’arte della provocazione
Marcel Duchamp (1887-1968), maggiore esponente del Dadaismo, è stato uno dei più grandi rivoluzionari del XX secolo. Basti solo pensare come con la sua opera Fontana (1917), un semplice orinatoio capovolto, abbia sfidato il concetto di arte, trasformandola in oggetto di provocazione e di riflessione.
Diventato celebre per l’invenzione dei ready-made, oggetti di uso quotidiano che ha decontestualizzato ed elevato ad opera d’arte, Marcel Duchamp, con le sue provocazioni, ha rifiutato le convenzioni artistiche ed ha rivoluzionato la storia dell’arte, arrivando a creare opere inimmaginabili fino a quel momento.
Il primo ready made fu Ruota di bicicletta (1913), in cui l’artista assemblò una ruota di bicicletta su uno sgabello senza preoccuparsi del risultato estetico.
Duchamp ha spostato l’attenzione dall’oggetto artistico tradizionale all’idea che lo accompagna, cambiando completamente il ruolo dell’artista e ponendo le basi non solo per l’arte concettuale, ma anche per altre forme d’arte contemporanea, come il minimalismo e la pop art.
Edvard Munch: il grido interiore
Edvard Munch (1863-1944) fu il pittore che meglio di altri ha saputo rappresentare, con colori contrastanti e linee taglienti, le inquietudini della contemporaneità.
La sua nuova sensibilità espressiva ha modificato completamente il linguaggio artistico tradizionale e la sua eredità continua a vivere nelle opere delle ultime generazioni di artisti.
Punto di riferimento per le rivoluzioni artistiche europee, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, come le Secessioni di Monaco e di Berlino, Munch, piuttosto che rappresentare oggettivamente la realtà esterna o trasmettere le “impressioni” visive prodotte dalla realtà circostante, come gli impressionisti, si è concentrato sull’espressione dell’emozione e del disagio esistenziale.
La sua cifra stilistica è il tratto forte e deciso delle figure, rappresentate con gli occhi di una fissità allucinante, con i volti scavati ed allungati che rimandano all’ inespressività ed alla omologazione delle maschere, avvolte da un’uniformità spiazzante. La deformazione dei tratti somatici diventa, perciò, il segno lampante di un’umanità sofferente, che ha perso la propria individualità e non sa neppure dialogare con gli altri.
Nel suo capolavoro, L’Urlo del 1893 , l’ opera più conosciuta al mondo, dopo La Gioconda di Leonardo, è evidente come Munch abbia rotto con la tradizione ed anticipato l’Espressionismo.
Oltre alla distorsione degli elementi ritratti, la scena è giocata sul contrasto tra le linee curve della figura sofferente di primo piano, del cielo, delle nuvole e del mare, compartecipi del dolore, e quelle dritte e rigide delle figure indifferenti, raffigurate sullo sfondo.
Solitudine, male di vivere, smarrimento, dolore per un amore non corrisposto sono alcuni dei sentimenti che oltrepassano il singolo per diventare collettivi e che emergono dalle opere dell’artista, come L’ansia del 1894, Sera sul viale Karl Johan del 1892, Madonna del 1894/1895, Separazione del 1896 o Il Bacio del 1897.
Le sue opere sono diventate icone globali e simboli universali. Ed è’ anche per questo che la sua arte ha influenzato generazioni di artisti, tra cui i Surrealisti e gli artisti contemporanei.
Pablo Picasso: la rivoluzione della forma
Pablo Picasso (1881-1973) è famoso per essere stato uno degli artisti più rivoluzionari della storia dell’arte.
Fondatore, insieme a Georges Braque, del Cubismo, nei primi anni del XX secolo, Picasso ha rivoluzionato il modo tradizionale di rappresentare la realtà, liberando gli artisti da qualsiasi vincolo formale.
Picasso percepì che nell’arte tradizionale il pittore rappresentava solo alcune facce della realtà, ed, osservandola da un unico punto di vista, ne dava un’immagine verosimile, ma non vera.
Per avere una visione completa, si sarebbe dovuto raffigurare il soggetto da più lati, in modo da rappresentarne non solo l’ altezza e la larghezza, ma anche la profondità. Ovviamente non era facile raffigurare la tridimensionalità di un oggetto su una tela bidimensionale.
Eppure Picasso, insieme a Braque, ruppe completamente con i canoni precedenti e pensò di scomporre il soggetto in più prospettive e poi di ricomporlo, accostando le varie facce sulla tela. In questo modo l’osservatore poteva vederlo contemporaneamente da ogni parte, davanti, dietro, sotto, sopra, di lato.
Lo spartiacque nella storia dell’arte novecentesca è costituito da Les demoiselles d’Avignon, il primo quadro cubista della storia dell’arte, che Picasso realizzò nel 1907. E’ un’opera di rottura, in cui l’artista ha rappresentato la figura umana in modo frantumato e distorto, per mostrarla da più punti di vista.
La ricerca da parte di Picasso di nuove forme espressive ha spinto gli artisti contemporanei a sperimentare tecniche e linguaggi innovativi, raggiungendo livelli inimmaginabili solo qualche decennio fa.
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