Come proteggere i propri risparmi dall'inflazione

Avere dei risparmi da parte significa fronteggiare con serenità eventuali imprevisti ed emergenze, soddisfare bisogni improvvisi senza difficoltà e in generale vivere una vita più serena e sicura. Accantonare somme di denaro negli anni è davvero importante e seppur richieda impegno, costanza e sacrificio, rappresenta un’abitudine sana che nel lungo periodo dà i suoi frutti. Tuttavia, i risparmi messi da parte con tanta dedizione possono essere minati nel tempo dall’inflazione, responsabile della perdita di potere d’acquisto del nostro denaro. Impossibile da frenare, questo fenomeno impatta le nostre vite, riversando i suoi effetti anche sui soldi dei conti correnti, portando a perdite annuali significative dei capitali accantonati. Proprio per questo, risulta necessario proteggere i risparmi dall’inflazione, mettendo in atto una serie di strategie.
Che cos’è l’inflazione
Aumento generalizzato e prolungato dei prezzi dei beni e dei servizi, l’inflazione comporta la riduzione del potere di acquisto di una valuta e ciò significa che rispetto al passato con lo stesso ammontare di denaro si può acquistare meno. Questo fenomeno determina quindi una crescita dei prezzi che comporta una svalutazione della moneta e la perdita del potere di acquisto delle persone e del valore di stipendi, risparmi, investimenti finanziari e pensioni. Dopo un periodo di inflazione al rialzo si acquistano meno beni a un costo maggiore.
Per quanto riguarda le cause che determinano l’inflazione, queste sono da ricondurre a ragioni economiche interne o esterne al paese in cui si verifica questo fenomeno. Tra i principali motivi che comportano un aumento dei tassi di inflazione rientrano l’incremento dei prezzi delle materie prime, lo scoppio delle guerre, shock economici provocati da eventi imprevisti e squilibri tra la domanda e l’offerta dei prodotti. Per calcolare l’inflazione viene confrontata la variazione dei prezzi nel corso degli anni, misurata prendendo in riferimento un paniere di servizi e bene utilizzati dalle persone. In Italia il paniere di beni e servizi per il calcolo dell’inflazione viene stabilito dall’ISTAT e il fenomeno viene monitorato mediante l’INCI, ovvero l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività.
Nel nostro paese negli ultimi anni l’inflazione ha avuto un andamento altalenante, diminuendo durante l’emergenza Covid, per via della riduzione della domanda a livello mondiale, per poi aumentare in modo significativo nel 2022, a causa dal rimbalzo della ripresa post-pandemia e della crisi energetica inasprita dalla guerra tra Russia e Ucraina, e rallentare invece tra il 2023 e il 2024. All’inizio del 2025 l’INCI è aumentato dell’1,6% su base annua. La ragione di questo incremento è stata influenzata da diversi fattori quali la crescita dei prezzi energetici regolamentati e l’aumento dei prezzi di beni alimentari freschi, accise e politiche fiscali.
L’impatto dell’inflazione sui risparmi
L’aumento del tasso di inflazione comporta la perdita di valore del denaro e quindi anche dei propri risparmi. Bisogna tenere conto che quando il suo tasso aumenta e supera il rendimento degli strumenti finanziari, come i depositi bancari, il nostro denaro viene svalutato. Per esempio se si hanno da parte 10 mila euro con un’inflazione del 5% annuo tra un anno il loro potere di acquisto sarà pari a 9.500 euro.
La crescita dell’inflazione penalizza in modo significativo coloro che possiedono delle somme ferme in un conto corrente senza investirle. Proprio per questo, a fronte della costante minaccia del suo aumento, è importante correre ai ripari e mettere al sicuro i risparmi magari accumulati da una vita, visto che questi ne vengono colpiti anche pesantemente, vedendo il loro valore ridotto e di conseguenza il loro potere di acquisto.
Come proteggere i soldi dall’inflazione?
Se avere dei risparmi da parte è molto importante per la nostra stabilità e sicurezza quotidiana è altrettanto cruciale proteggerli dall’inflazione, che non fa altro che ridurre il loro valore. In questa direzione vengono in aiuto una serie di strategie di investimento con cui ridurre l’incidenza dell’inflazione sui nostri conti correnti. Una misura con cui proteggere i propri risparmi è investire le somme di denaro in asset dai rendimenti nominali che siano superiori all’inflazione stessa. Tuttavia, nei periodi storici in cui l’inflazione è alta questo tipo di rendimento non è così semplice da trovare, dovendo porsi come obiettivo quello di limitare le perdite di denaro. Altra via efficace sono gli investimenti a medio-lungo termine, che consentono di trarre un profitto superiore, non risentendo troppo dei cambiamenti finanziari e della crescita dell’inflazione.
Per proteggere i risparmi dall’inflazione una strategia utile è quella di diversificare il proprio portafoglio, potendo così subire eventuali svalutazioni solo su una piccola porzione dei nostri risparmi. In particolare, in periodi di incertezza economica risulta efficace investire in beni di rifugio, che possiedono un valore intrinseco, come ad esempio l’oro, la cui quotazione attuale è molto favorevole. Un’altra possibilità è puntare su asset diversificati come opere d’arte, immobili e criptovalute, tenendo conto però come queste ultime siano molto più volatili.
Altre strategie per contenere gli effetti dell’inflazione sui nostri conti correnti
Per evitare che l’inflazione eroda il valore dei nostri risparmi nel tempo si può puntare su asset finanziari creati in modo specifico per contrastare l’aumento dei prezzi, quali ad esempio i fondi inflation linked, le obbligazioni e i titoli di stato (come i Btp Italia). Questi strumenti sono legati all’andamento dell’inflazione, visto che il loro rendimento si adegua al suo aumentare, facendo sì che il potere di acquisto dell’investitore sia protetto.
Se si desidera non procedere con la strada degli investimenti, ma optare invece per una gestione più cauta, per tutelare i propri risparmi dalla crescita dell’inflazione si può aprire un conto deposito. Ad oggi alcune banche offrono tassi di interesse che possono portare per le somme vincolate anche un rendimento annuale del 4% lordo: in questo modo si possono ottenere livelli di rendimento buoni con un rischio contenuto. Tuttavia, questi strumenti non riducono totalmente il rischio di perdere il potere d’acquisto del proprio denaro, ma consentono di ottenere un ricavo dagli interessi, contrastando così l’incremento eventuale dei prezzi.
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