Prostata infiammata: quale sport non fare e perché

Secondo i dati più dell’8% degli uomini sperimenta almeno una volta nella vita l’infiammazione alla prostata. Conosciuta in gergo medico come prostatite, può insorgere a qualsiasi età, comportando irritazioni, dolori e disturbi urinari e sessuali variegati. Questa problematica può essere determinata sia da cause infettive che non e si presenta in diverse tipologie. La prostata infiammata non va sottovalutata in quanto può essere anche causa di complicazioni, mettendo in serio pericolo la salute, portando all’insorgere di ascessi prostatici, infezioni a livello batterico e insufficienza renale.
Patologia dolorosa, la prostatite incide negativamente sulla vita del paziente, dovendo essere curata prontamente e mettendo in atto particolari accortezze per prevenirla. In generale, è bene seguire uno stile di vita sano, dedicandosi all’attività fisica in modo regolare anche se ci sono degli sport da evitare: determinate discipline potrebbero peggiorare ulteriormente l’infiammazione della prostata. Scopriamo di seguito di quali si trattano.
Prostata, le sue funzioni
Detta anche ghiandola prostatica, la prostata fa parte dell’apparato genitale maschile. Questa ghiandola si trova davanti al retto, sotto la vescica, è composta da tessuto muscolare e fibroso e secerne e immagazzina il liquido seminale, rilasciato nell’eiaculazione. Composta da lobi, ricorda come forma e dimensioni una castagna e la sua parte più stretta è posizionata verso il basso. La ghiandola avvolge la prima parte dell’uretra e può essere soggetta a diverse problematiche come cisti, calcoli, neoplasie e infezioni.
L’infiammazione della prostata è una condizione molto comune negli uomini e può essere determinata da diversi fattori: da non confondere con la prostata ingrossata, tra le ragioni che la causano rientrano abitudini alimentari, disordini a livello intestinali, abitudini minzionali e sessuali.
Tipologie di prostatite
I tipi di prostatite sono strettamenti connessi con le loro cause e determinano un trattamento diverso per la loro cura. Tra queste rientra la prostatite acuta di origine batterica, prostatite di tipo I, che si presenta in modo improvviso ed è dettata principalmente da batteri fecali dell’intestino (soprattutto l’escherichia coli), ma anche della specie stafilococco o enterococchi, da microrganismi trasmissibili sessualmente e, nei soggetti con un sistema immunitario indebolito, da salmonella, stafilococchi e micobatteri. Inoltre, questa infiammazione può essere causata da lesioni a livello del perineo, epididimiti, fimosi e ostruzioni del collo vescicale.
Esiste poi la prostatite cronica di origine batterica, prostatite di tipo II, recidiva di un’infezione alla ghiandola che si ripresenta nel tempo, nonostante ci si sia sottoposti a una terapia. Questa viene determinata da batteri che si insidiano in punti particolari della prostata, che non riescono a essere raggiunti dagli antibiotici. Qualora le infezioni alle vie urinarie siano soventi ci sono più possibilità che la prostatite batterica si cronicizzi.
Altra tipologia di prostatite è quella cronica di origine non batterica, prostatite di tipo III, che colpisce generalmente gli uomini sopra i 25 anni e non presenta segni di infezione. Non sono ancora del tutto note le cause che la determinano: secondo alcune ipotesi a causare questa forma di prostatite potrebbero essere delle lesioni a nervi del tratto urinario inferiori generate da traumi, un intervento chirurgico, stress, attività lavorative molto pesanti, sport intensi e carico psico-fisico eccessivo.
Esiste poi la prostatite asintomatica, prostatite di tipo IV, che consistete un’infiammazione dettata dalla presenza dei globuli bianchi nel liquido prostatico e spermatico. Si tratta di una condizione che non si presenta con nessun sintomo e della quale non sono ancora chiare le cause.
Quali sport fanno male alla prostata e perché
Per prevenire la prostatite è importante rivedere il proprio stile di vita, mettendo in campo specifici accorgimenti anche per quanto riguarda l’attività fisica. Se si soffre di questo disturbo determinati sport sono infatti sconsigliati per via del fatto che durante il loro svolgimento si esercita una pressione diretta sulla zona pelvica peggiorando l’infiammazione. Inoltre, alcune discipline comportano sforzi fisici eccessivi, incrementando la tensione a livello dei muscoli pelvici, e aumentano il calore corporeo, aspetto che può peggiorare la prostatite. Gli sport ad alta intensità possono causare anche stress fisico ed emotivo, fattori che incidono sull’insorgere del disturbo e sul suo peggioramento.
Quando si parla di prostata infiammata tra gli sport più sconsigliati spicca il ciclismo, questo per via della sella della bicicletta e la posizione seduta che comportano una pressione sulle zone perineale e del pavimento pelvico, entrambe vicine alla prostata. La pressione diretta della sella può infiammare la prostata e aumentare il dolore.
Altro sport da evitare è l’equitazione, che determina un impatto costante a livello della zona pelvica, peggiorando la prostatite. Il terreno irregolare, la posizione seduta, la pressione e la vibrazione dettata dal movimento del cavallo possono incrementare l’infiammazione e i suoi fastidi.
Chi soffre di prostata infiammata deve approcciarsi con cautela al sollevamento dei pesi, attività che può determinare danni e pressioni intra-addominali, comportando stress e pressioni sulla zona pelvica. Per prevenire tutto questo, è bene sollevare pesi non eccessivi e prestare molta attenzione nell’esecuzione corretta degli esercizi.
Gli sport da contatto, come calcio, rugby e basket, possono esacerbare i fastidi della prostata infiammata, potenzialmente causando danni a livello della zona pelvica e traumi nelle aree perineale e genitale. Bisogna sottolineare anche come colpi alla palla e movimenti rapidi di torsione incrementino la tensione muscolare nella zona della prostata.
Cimentarsi in attività che includono temperature elevate, come la nuotare in acque calde oppure sessioni in sauna, può peggiorare l’infiammazione, dilatando i vasi sanguigni della zona pelvica e incrementando il flusso del sangue e di conseguenza l’infiammazione della prostata.
Come si può prevenire la prostatite?
Per prevenire la prostatite esistono degli sport che invece contrastano l’infiammazione e alleviano suoi sintomi come per esempio lo yoga e lo stretching, con cui migliorare la flessibilità, il tono muscolare e alleviare lo stress, la camminata, attività a basso impatto che incrementa la circolazione sanguigna, e il nuoto in acqua fredda, che consente di fare movimento evitando pressioni sulla zona pelvica.
Oltre alla giusta attività fisica, per contrastare l’infiammazione alla prostata è importante introdurre nella quotidianità buone abitudini di vita come idratarsi in modo corretto, seguire una dieta bilanciata, evitando un uso smodato di sale e bevande e alimenti infiammatori, come caffè, cioccolato, peperoncino, spezie e alcol. Tra le altre accortezze rientrano un’attenta cura dell’igiene, praticare attività sessuale sicura, intervenire prontamente in caso di eventuali infezioni alle vie urinarie, stare alla larga dallo stress e fare attenzione a sedersi sempre su un cuscino.
Quali sono i sintomi della prostatite e il suo trattamento
Per quanto riguarda i sintomi della prostatite, nel caso sia acuta e di origine batterica questa si presenta in modo repentino e si manifesta con febbre alta, forte malessere, sintomi influenzali, dolori attorno all’ano, inguine, scroto, zona lombare e area pelvica. Inoltre, si possono riscontrare problemi urinari, vedere sangue nello sperma, percepire dolore durante i rapporti sessuali e percepire fastidi nella defecazione. La prostatite di origine non batterica presenta sintomi molto simili a quella batterica, essendo tuttavia meno intensi. Tra i più diffusi ci sono bruciore alla minzione, dolore durante l’eiaculazione, fastidio pelvico e difficoltà quando si urina.
La prostatite acuta deve essere trattata con la terapia antibiotica, che può durare dalle 3 alle 6 settimane per raggiungere la sua efficacia. Nel caso l’infiammazione non sia di origine batterica si può ricorrere a una terapia sintomatica, affidandosi a farmaci antinfiammatori con cui alleviare il dolore oppure alla fisioterapia focalizzata sul pavimento pelvico.
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