Che cos'è davvero l'autostima?

Sempre più spesso, in sempre più ambiti e da sempre più parti sentiamo parlare di autostima, come la panacea di tutti i mali.
Il santo Graal dell’esistenza. In un certo senso è vero: l’autostima è fondamentale per affrontare la vita e per trarre da essa il meglio. Ma attenzione al significato che diamo a questa parola.
Autostima: una parola abusata
Ogni volta che mi imbatto in un contenuto che riguarda l’autostima o in una discussione che riguardi il tema mi rendo conto di quanto la parola autostima sia abusata e stuprata.
Troppo spesso l’autostima si configura nei social soprattutto, come un anabolizzante dell’ego. Una sorta di doping dell’io attraverso cui pompare la convinzione di essere pressoché onnipotenti. Questa deriva è pericolosa non solo perché prelude a una cocente delusione nel momento in cui scopriamo che, spoiler, col cavolo siamo onnipotenti, ma soprattutto perché ci allontana anni luce da quello che è effettivamente l’autostima, che udite udite ha come sinonimo la consapevolezza.
E qui tutti quelli che hanno superato gli anta si trovano avvantaggiati. Se auto-stima significa stima di sé, avere una corretta auto-stima significa essere in grado di fare una corretta valutazione di sé stessi.
Perché avere autostima
Se devi stimare una qualsiasi cosa per valutarne il valore analizzi tutte le componenti:
– età
– stato di conservazione
– materia di cui è composta
– numero di pezzi esistenti
– caratteristiche peculiari
– difetti
– funzionalità
– potenzialità
– valore commerciale
– valore intrinseco
– valore affettivo
Sono davvero tanti i parametri per fare una stima, qualunque cosa si debba stimare. Perché dovrebbe essere diverso per l’AUTO-stima?!
La corretta autovalutazione per la giusta auto-stima
Per farmi una corretta valutazione dovrò tenere conto di tantissime cose, tutte quelle che fanno di me ciò che sono:
– età (più anni = più esperienza= più padronanza di sé);
– stato di conservazione ( la forma e la salute fisica sono importanti, più una persona ha cura di sé meglio sta);
– materia di cui è composto (colore della pelle, dei capelli, altezza, peso tutte quelle caratteristiche fisiche che rendono nell’aspetto la persona riconoscibile come);
– numero di pezzi esistenti ( e qui per tutti un’impennata di valore: pezzo unico, ricorda che una persona come te non esiste in tutto il globo terracqueo non è mai esistita prima e non esiterà mai più dopo);
– caratteristiche peculiari ( talenti e abilità, tutte quelle capacità innata o acquisite che puoi mettere in campo);
– difetti (fisici e caratteriali – è particolarmente importante averne contezza, tutti ne abbiamo e di fatto rientrano nel processo di AUTO-stima, non solo per poterli gestire ma anche e soprattutto per disarmare gli altri che immancabilmente li fanno notare );
– funzionalità ( qual è il valore aggiunto che si porta in seno alla comunità, che sia la famiglia, l’ambiente lavorativo o il coro in cui canto);
– potenzialità ( di cosa saremmo capaci se ci concedessimo la possibilità di esserlo);
– valore commerciale ( per un essere umano ? Che orrore!33 Sicuri? Io ci ho costruito una carriera da modella sul mio valore commerciale – ma questo è un tema complesso che affronteremo un’altra volta );
– valore intrinseco (il patrimonio di conoscenze acquisite non solo attraverso gli studi, ma anche attraverso l’educazione ricevuta e il contesto in cui l’abbiamo ricevuta, le esperienze che abbiamo maturato e i percorsi che abbiamo intrapreso);
– valore affettivo (quello che preferisco: quanto ti ami?).
Queste sono forse solo alcune delle cose3 da considerare quando si vuole costruire l’autostima ed è per questo che possiamo definirla un sinonimo di consapevolezza.
Perché non significa credersi più fighi è più bravi degli altri, ma conoscere bene se stessi i propri punti di forza e le proprie criticità, i propri limiti e le proprie potenzialità, perché entrambi ci appartengono.
Gli effetti della sovrastima di sé
Purtroppo con l’avanzare degli anni si corre il rischio di cadere nell’eccesso degli opposti. Quando ci sovrastimiamo pensando in virtù dei nostri anni di aver già imparato tutto, ci precludiamo la possibilità di sperimentare cose nuove. Parimenti quando ci sottostimiamo pensando che per noi il tempo di intraprendere sia ormai passato ci precludiamo la possibilità di sperimentare cose nuove. Una corretta AUTO-STIMA superati i 50 anni è il miglior strumento per decidere cosa come e quanto sperimentare di nuovo.
Senza strafare, ma senza limitarsi. Senza incoscienza, ma senza timore
Con curiosità e buon senso, che sono la miglior combo possibile per affrontare nuovi stimoli. Stimoli che da giovani percepiamo continuamente e che nell’età matura vanno forse cercati, uscendo dal solco della propria comfort zone che troppo spesso diventa S-comfort zone
Ma di comfort zone parleremo la prossima volta.
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