Le mostre da non perdere in Italia nel mese di giugno 2025

Anche nel mese di giugno sono tantissime le mostre programmate su tutto il territorio italiano.
Ecco quelle più interessanti, assolutamente da non perdere.
“Picasso lo straniero”
Carismatico e ribelle, Pablo Picasso (1881 –1973), è stato uno degli artisti più rivoluzionari della storia dell’arte.
Dopo il cosiddetto periodo blu, caratterizzato da opere monocromatiche, in cui l’artista ha utilizzato il blu in tutte le sue varianti, ed il cosiddetto periodo rosa in cui ha usato colori più luminosi, con Les Demoiselles d’Avignon del 1907 Picasso iniziò la sua stagione cubista. Per la prima volta, sfidando la prospettiva tradizionale, è stato rappresentato il soggetto, contemporaneamente, da tutti i punti di vista.
Dopo il ritorno ad uno stile pittorico più tradizionale, nell’ultima fase della sua attività, l’artista si è dedicato anche alla ceramica ed alla grafica.
Questo percorso artistico viene documentato, con più di 100 opere, oltre a documenti, fotografie, lettere e video, dalla mostra romana, Picasso, lo straniero, secondo una prospettiva, però, inedita e poco conosciuta. Dall’esposizione, ospitata al Palazzo Cipolla fino al 29 giugno 2025, emerge, infatti, come la produzione artistica di Picasso sia stata condizionata dalla sua esperienza di emarginato a causa delle istituzioni francesi.
Sospettato di essere anarchico, Picasso, nonostante la sua fama internazionale, non riuscì mai ad ottenere la cittadinanza. per cui dovette sempre affrontare le difficoltà che gli derivarono dalla sua condizione di estraneo alla vita sociale e culturale della xenofoba Parigi. Pur vivendo come “straniero” in terra straniera, in una condizione, quindi, sfavorevole, Picasso ha il grande merito di aver saputo trasformare sempre le sue difficoltà in opportunità.
Dopo le tappe a Palazzo Reale di Milano ed a Palazzo Te a Mantova, a Roma la mostra si arricchisce di un’importante sezione dedicata alle opere della primavera del 1917, che Picasso ha trascorso nella capitale italiana.
L’Art Déco a Milano
Quest’anno ricorre il centenario de l’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi, un evento che ha segnato la nascita dell’Art Déco o “Stile 1925”.
Quell’evento consacrò un nuovo gusto estetico, che si diffuse in Europa negli anni Venti del Novecento, un periodo compreso tra le due guerre mondiali e caratterizzato dalla joie de vivre, dal rapido progresso tecnologico, dal culto del bello e del lusso. Il nuovo stile ha coinvolto rapidamente vari settori dell’arte: dalla pittura alla scultura, al desing, all’architettura, fino alla moda.
Per celebrare questo anniversario, è stata ospitata a Palazzo Reale di Milano la mostra Art Déco. Il trionfo della modernità, aperta fino al 29 giugno 2025.
L’esposizione evidenzia gli eventi storico-culturali ed economici che hanno influenzato il nuovo stile e dimostra come gli esponenti dell’ Art Déco abbiano voluto ricercare un equilibrio tra forma e funzione e rendere l’arte alla portata di tutti.
Nell’esposizione sono presenti circa 250 opere: dai dipinti e dalle sculture agli oggetti d’arredo, dai vetri di Vittorio Zecchin alle stupende porcellane per la Richard-Ginori di Gio Ponti, dai mobili del maestro ebanista Ettore Zaccari alle opere dell’orafo Alfredo Ravasco, fino agli abiti di alta moda.
Anche l’allestimento della mostra, con manifesti, riviste, fotografie storiche ed installazioni multimediali, ricrea l’ atmosfera dell’Europa degli anni Venti del Novecento.
In occasione dell’evento sull’ Art Déco Palazzo Reale ospita anche il progetto, Il Padiglione Reale della stazione Centrale di Milano. Un capolavoro Art Déco, che testimonia come l’Art Déco abbia influenzato anche l’architettura ferroviaria, unendo gli elementi moderni con quelli tradizionali.
Banksy ad Assisi con un messaggio di pace
Oltre cento opere di Banksy (nato nel 1974) sono esposte, fino al 2 novembre 2025, nella Rocca Maggiore, simbolo medievale che sovrasta Assisi, la città patrimonio Unesco, nella mostra Peace on Earth.
L’esposizione, promossa dal Comune di Assisi, con il patrocinio della Regione Umbria, prende il titolo dal graffito di Banksy a Betlemme, con la scritta Peace on Earth – terms and conditions apply, il cui tema è la pace come diritto non negoziabile.
La colomba con giubbotto antiproiettile e con un ramo d’ulivo nel becco è il simbolo della mostra ed al tempo stesso è il simbolo di un’arte che combatte la guerra ed ogni forma di violenza. Il dialogo ideale tra Banksy e San Francesco, nell’anno in cui si celebra l’ottavo centenario del Cantico delle Creature del Santo, rilancia, così, un messaggio universale di pace.
E’ un tema promosso sia dalla città di San Francesco, sia da Banksy, da sempre impegnato contro la guerra e le ingiustizie. L’artista, con le sue immagini potenti, ci induce a riflettere sulle assurdità dei conflitti, ma anche sulle nostre responsabilità nel contribuire a creare un mondo migliore. La sua infatti è un’arte di denuncia, ma anche di richiamo alla nostra consapevolezza.
La mostra è divisa in sezioni con opere che l’artista ha realizzato nel suo studio dal 1998 al 2010. Tra le immagini più significative spiccano per la loro carica emotiva Girl with Balloon (La bambina con il pallone) e Flower Thrower (Il lanciatore di fiori).
In quest’ultima è rappresentato un uomo mascherato che lancia un mazzo di fiori. La potenziale violenza della scena, suggerita dalla postura e dalla maschera del personaggio, è smentita, però, dai fiori, simbolo di pace.
Girl with Balloon, invece, raffigura una bambina con la mano tesa verso un palloncino rosso a forma di cuore portato via dal vento. L’immagine è carica di profondi significati: la bimba, infatti, simboleggia l’innocenza ed il palloncino che sfugge è il simbolo della perdita.
“Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito”
Giorgio Morandi (1890- 1964) e Lucio Fontana (1899- 1968), due artisti importanti dell’arte italiana del Novecento, sono protagonisti della mostra Morandi e Fontana. Invisibile e infinito, ospitata al Centro di Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia fino al 14 settembre 2025.
L’accostamento tra Morandi e Fontana potrebbe risultare strano per la loro diversità, però, osservando bene le loro opere, capiamo che entrambi hanno voluto oltrepassare i limiti del visibile, approdando all’assoluto. Morandi ha decontestualizzato gli oggetti ed è arrivato all’essenza delle cose, Fontana con i suoi tagli nella tela ci proietta oltre il sensibile ed il visibile, rivelandoci ciò che va oltre i limiti imposti dalla tela e che va oltre la materia. Nell’arte di entrambi gli artisti, infatti, nella pittura sospesa di un universo rarefatto di Morandi, e nei tagli di Fontana, lo spazio ed il tempo si espandono, facendoci percepire l’infinito.
Il percorso espositivo, che comprende 60 opere, si apre con i famosi Concetti spaziali di Fontana: una serie in cui l’arista, dagli anni ‘50 agli anni ’60, partendo dai buchi arriva ai tagli sulla tela nelle famose Attese.
Nella parte dedicata a Morandi si trova una selezione delle sue opere più significative: le celebri composizioni con bottiglie, caraffe, piccoli vasetti, caffettiere, scatole di latta, alternate a nature morte ed a paesaggi.
Leonor Fini a Palazzo Reale di Milano
La mostra Io sono LEONOR FINI, ospitata a Palazzo Reale di Milano, la cui chiusura, prima fissata al 22 giugno, è stata prorogata fino al 20 luglio 2025, permette di conoscere a fondo Leonor Fini (1907-1996), una tra le artiste donne più originali e misteriose del Novecento.
Il titolo della mostra deriva da una dichiarazione dell’artista: sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo “Io sono”. E’ un’affermazione identitaria e chiara da cui emerge il suo spirito libero, eccentrico, ribelle ed intollerante alle regole. Erotica e miscredente è stata portavoce di una libertà che le donne della prima metà del novecento non conoscevano ancora. Artista eclettica e poliedrica, Leonor Fini non si è limitata alla pittura, ma ha spaziato dalla letteratura alla moda, al teatro, al cinema, affrontando temi complessi, quali l’identità, l’erotismo, i rapporti sociali e familiari, la morte, la rinascita, il cambiamento.
Attraverso le nove sezioni tematiche della mostra si possono apprezzare gli aspetti caratterizzanti della pittura dell’artista italo-argentina: la fusione tra il mondo umano e quello animale e la dicotomia tra la purezza e l’orrendo. Il suo carattere visionario appare soprattutto nelle figure femminili, presenti sia nei numerosi ritratti, sia nelle rappresentazioni di figure epiche e mitologiche, come alchimiste, amazzoni, maghe, streghe, dee e sfingi.
In chiusura del percorso espositivo, tra i costumi per Fellini, si trova il suo bellissimo Autoritratto con cappello rosso del 1968, che è diventato il simbolo della mostra stessa.
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