Mostre ed eventi culturali per over 60: le migliori in Italia a maggio 2025

Il progressivo invecchiamento della popolazione è una delle grandi sfide del XXI secolo. E’ ormai assodato da studi scientifici che la cultura favorisce il benessere individuale, soprattutto delle persone anziane. Recenti indagini evidenziano, infatti, che la partecipazione ad eventi artistici e culturali offra all’anziano una migliore qualità della vita ed un livello minore di stress, preoccupazione e solitudine.
Allora perché non approfittare dell’ampia offerta culturale sparsa su tutto lo stivale?
Ecco per voi una rassegna di alcune mostre ed eventi culturali tra quelli imperdibili del mese di maggio.
Caravaggio a Roma ed il Barocco in mostra a Roma ed a Napoli
Due mostre importanti, una a Roma e l’altra a Napoli, sono incentrate sul barocco. A Roma, inoltre, si svolge una mostra molto interessante, dedicata proprio a Caravaggio, precursore di questo stile.
Il Barocco, nato a Roma tra il 1630 e il 1640 e diffusosi in tutta Europa fino al XVIII secolo, è caratterizzato dal senso di teatralità e dal desiderio di suscitare la “maraviglia”. Mentre il Rinascimento ricercava l’armonia, il nuovo stile si focalizzava sui difetti, sulle anomalie e su tutto ciò che era stravagante.
“Caravaggio 2025”: una delle mostre più importanti dedicate all’artista
A Palazzo Barberini a Roma, in concomitanza con le celebrazioni del Giubileo, la mostra Caravaggio 2025 , presentata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica, in collaborazione con la Galleria Borghese, vuole celebrare uno dei maggiori artisti italiani di tutti i tempi: Michelangelo Merisi, conosciuto come Caravaggio (1571-1610).
Con la sua pittura drammatica ed innovativa, caratterizzata da un forte realismo e da un uso magistrale della luce, l’artista ha rivoluzionato il panorama artistico e ha influenzato tutta la successiva arte barocca.
L’esposizione, visitabile dal 7 marzo al 6 luglio 2025, si sviluppa in quattro sezioni tematiche, in cui vengono esplorate le tappe principali dell’evoluzione artistica del grande maestro lombardo, coprendo un arco cronologico di circa quindici anni, dal suo arrivo a Roma, intorno al 1595, fino alla sua morte.
Ecce Homo di Caravaggio
I punti forti della mostra sono rappresentati dal Ritratto di Maffeo Barberini e dall‘Ecce Homo, che torna in Italia dopo quattro secoli. Tra gli altri prestiti che rientrano in Italia, ricordiamo Santa Caterina dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e Marta e Maddalena dal Detroit Institute of Arts.
Tra le opere in prestito dalla collezione Intesa Sanpaolo di Napoli c’è il Martirio di sant’Orsola, forse l’ultimo dipinto di Michelangelo, realizzato nel 1610 a Napoli.
Questo quadro è un capolavoro di straordinaria bellezza. Contrariamente all’iconografia classica che rappresenta Orsola con i simboli del martirio, Caravaggio ha scelto di rappresentare il momento tragico e culminante della sua uccisione per mano di Attila, a cui non voleva concedersi. L’artista ha conferito alla vicenda, quindi, una dimensione umana ed una forte carica realistica. Il contrasto chiaro-oscurale, poi, rende la scena particolarmente drammatica.
La luce investe Orsola, per evidenziarne le particolarità anatomiche ed anche per dirigere l’occhio dell’osservatore verso il punto focale della scena, dove si è consumata la tragedia. I carnefici, invece, sono in ombra, in un’oscurità non solo materiale, ma anche spirituale, quasi fossero risucchiati dal buio.
Barocco Globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini
Sempre a Roma, in occasione del Giubileo, dal 4 aprile al 13 luglio 2025, presso le Scuderie del Quirinale, è allestita un’altra mostra molto interessante: Barocco Globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini.
Lo scopo è quello di far conoscere la missione di Roma ed il ruolo della Chiesa nell’aver favorito un processo di “globalizzazione”, per usare un termine moderno. Nel XVII secolo la corte dei Papi, oltre ad essere un centro del pensiero cattolico, era, infatti, anche un luogo di incontro e di scambio culturale tra i diplomatici provenienti dall’Africa, dall’America e dall’Asia.
La mostra romana, realizzata con la Galleria Borghese di Roma e con la collaborazione di prestigiose istituzioni e musei nazionali e internazionali, ci proietta, così, in una Roma sorprendentemente multietnica e multiculturale.
Il percorso espositivo, arricchito da più di cento opere, tra dipinti, sculture ed oggetti provenienti dai musei di tutto il mondo, si apre con il busto, in marmi policromi, di Antonio Manuel Ne Vunda (1608). Era l’ambasciatore del Congo, che, morì a Roma appena arrivato dopo un viaggio di quattro anni, per raggiungere la città.
La prima sezione è dedicata all’Africa ed all’Oriente antico nella Roma barocca con opere, come il Giovane africano di Nicolas Cordier, il Cesare e Cleopatra di Pietro da Cortona e l’Allegra compagnia con cartomante di Valentin de Boulogne.
Segue la sezione relativa alla genesi della Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini con il bozzetto in legno e terracotta. Sono poi esposti oggetti esotici, provenienti da culture lontane, fino ad arrivare al dipinto Passaggio delle Alpi di Annibale su un elefante di Nicolas Poussin (1630 circa), che chiude la mostra.
“Genesi e divenire del Barocco” a Napoli
A Palazzo Ricca di Napoli è ospitata la mostra, Genesi e divenire del Barocco tra Roma e Napoli. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e dalla collezione Koelliker, inaugurata l’11 aprile e visitabile fino 20 giugno 2025.
La mostra vuole evidenziare, come hanno annunciato i curatori Francesco Petrucci e Don Gianni Citro, la relazione osmotica nel campo della pittura tra Roma e Napoli, capitali della cultura artistica europea nell’età barocca. Basti pensare a Caravaggio, che si era formato a Roma e poi si è trasferito a Napoli o a Gian Lorenzo Bernini, che ha fatto un percorso inverso e ad artisti, come Salvator Rosa e Sebastiano Conca, che sono stati attivi in entrambi gli ambienti.
Per sviluppare il tema dell’interconnessione culturale fra le due città, finora trascurato, eppure molto importante, per capire la genesi e l’evoluzione del barocco, sono stati scelti dieci dipinti provenienti da Palazzo Chigi in Ariccia, sede del museo del barocco romano, e dieci dalla collezione Koelliker, di scuola napoletana.
Mirò a Torino
La Promotrice delle Belle Arti di Torino, dal 14 marzo al 29 giugno 2025, ospita una mostra, dal titolo Mirò – L’Arte della Meraviglia, dedicata all’arte grafica di Joan Miró (1893-1983).
Mirò, uno degli artisti più importanti del Novecento, si accostò intorno al 1924 all’avanguardia surrealista. Da quel momento abbandonò l’elemento figurativo, a favore di figure stilizzate, di immagini fantasiose e dai colori vivaci. Utilizzò il procedimento surrealista dell’automatismo psichico, ovvero la rappresentazione in pittura delle sue emozioni e dei propri pensieri, senza il filtro della ragione.
L’esposizione torinese, formata da oltre 150 opere, tra litografie, acqueforti, si articola in sezioni tematiche che esplorano i diversi aspetti dell’arte di Miró: dal simbolismo all’astrazione, alla collaborazione con poeti come Paul Éluard e Jacques Prévert, fino alle suggestioni oniriche e infantili.
Il percorso si snoda dalla “sala della meraviglia”, dove il visitatore vive, con una percezione multisensoriale, la dimensione magica di Miró, fino all’atelier interattivo, offrendo una panoramica della produzione grafica dell’artista.

Brescia dedica un’imperdibile mostra alla Belle Époque
La Belle Époque fu un periodo storico compreso tra gli anni settanta dell’Ottocento ed i primi del Novecento. L’Europa viveva in pace da trent’anni e l’ occidente si apriva al nuovo secolo con ottimismo e fiducia.
La Belle Époque è stata un’ epoca di rinascita e di progresso, caratterizzata dal fiorire delle arti, delle innovazioni tecnologiche e delle scoperte farmacologiche , che hanno notevolmente migliorato la qualità della vita.
Parigi fu il fulcro di questa fase storica, centro del fervore culturale e artistico e polo di attrazione per molti artisti di tutto il mondo. Ben oltre 100 opere, tra i capolavori che i pittori italiani realizzarono a Parigi durante la Belle Époque, sono esposti, a Brescia, a Palazzo Martinengo, in un’imperdibile mostra, dal titolo La Belle Époque. L’arte nella Parigi di Boldini e De Nittis, visitabile dal 25 gennaio al 15 giugno 2025.
Pittori italiani, come De Nittis, Boldini, Zandomeneghi, Corcos e Mancini, immortalarono i boulevard eleganti, i caffè affollati e la figura femminile nella sua quotidianità. Soprattutto le donne di Giuseppe De Nittis non sono solo belle, eleganti, sempre alla moda, ma sembrano anche consapevoli di avviare quel cambiamento femminile che ha caratterizzato, poi, il novecento.
Il percorso espositivo, diviso in sezioni monografiche, dedicate a ciascun autore, si apre con le opere di Giuseppe De Nittis e Giovanni Boldini
De Nittis (1846 – 1884), pur conservando molto dello stile impressionista, se ne distaccò, però, per elaborare un linguaggio pittorico personale. Rispetto all’Impressionismo recuperò la forma e la plasticità delle figure, la precisione del realismo e l’attenzione alla visione prospettica.
Ha dipinto anche en plein air, ritraendo dal vivo gli angoli più affascinanti di Parigi, come Al laghetto del giardino del Lussemburgo, 1877, dove s’incontrano uomini e donne eleganti o Sulla panchina agli Champs-Élysées, 1875, dove due donne conversano sedute e spensierate. Non mancano in mostra opere che raffigurano sua moglie, come Léontine che pattina del 1875.
Anche Giovanni Boldini (1842- 1931) grande interprete della Belle Époque, ha lasciato una serie di incantevoli e sensuali figure femminili. A Brescia vengono esposte alcune sue opere di grande importanza, come L’ultimo sguardo nello specchio (1873), Berthe esce per la passeggiata (1874) o l’acquerello Al parco (1872).
Tra gli Italiens de Paris va ricordato anche il veneziano Federico Zandomeneghi, che in capolavori, come Al caffè Nouvelle Athènes (1885), Visita in camerino (1886), Place du Tertre (1880), Il tè (1892), ha raffigurato la realtà urbana e domestica contemporanea.
A Palazzo Martinengo l’atmosfera magica della Belle Époque viene riprodotta non solo dai dipinti, ma anche da una selezione di eleganti abiti femminili, realizzati nelle Maison di Haute Couture, da poster che pubblicizzavano i locali, gli spettacoli teatrali, i grandi magazzini, e persino da vetri artistici, realizzati da Emile Gallé e dai fratelli Daum, che arredavano le ricche case borghesi.
Caravaggio con Roberto Bolle
Nell’ambito dell’87° edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino, viene proposto un evento culturale veramente speciale che va in scena a Firenze il 9, il 10 e l’11 maggio 2025.
Caravaggio diventa un balletto psicologico e drammatico che si ispira alla figura ed alle opere del pittore italiano.
L’ideatore del balletto, il coreografo Mauro Bigonzetti, attraverso il movimento dei corpi mette in evidenza sia l’inquietudine ed il travagliato mondo interiore di Caravaggio, sia la drammaticità e la teatralità delle sue opere rivoluzionarie.
Protagonista assoluto è Roberto Bolle, l’Étoile internazionale, affiancato da un cast di straordinari talenti, con le musiche di Claudio Monteverdi, riorchestrate da Bruno Moretti, e con una suggestiva scenografia di Carlo Cerri.
La Bella e la Bestia: il Musical imperdibile
Se vi trovate a Varese o nelle vicinanze non perdete il Musical La Bella e la Bestia, programmato al Teatro cittadino per il giorno 11 maggio.
Lo spettacolo, anche se si ispira alla famosa fiaba, è completamente nuovo e viene rappresentato dalla Compagnia Neverland, che l’ha già presentato con successo in tante città italiane.
Rispetto al testo originale, la favola si arricchisce di nuovi e stravaganti personaggi. E’fonte continua di emozioni ed è piena di esilaranti effetti speciali, che vi faranno molto ridere, uniti anche a momenti di grande commozione.
Buon divertimento!
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